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A2A, la scelta di Mazzoncini e le critiche di Belpietro | di Claudio Bragaglio

di Claudio Brgaglio – Sulla stampa le nomine di A2A, con varie valutazioni ed azzardati teoremi. Sono note le scelte dei Sindaci di Milano e di Brescia, Giuseppe Sala e Emilio Del Bono, in favore di Marco Patuano e del bresciano Renato Mazzoncini. Proposte ampiamente condivise. Certo, con osservazioni. Il primo rilievo critico riguarda l’avvicendamento degli attuali protagonisti: Giovanni Valotti e Valerio Camerano, sui quali si registra un giudizio positivo, con solidi riscontri economici e gestionali.

Nel prendere atto delle proposte dei due Sindaci, penso si possano esprimere anche opinioni personali. Fondate o meno, che siano. A mio parere, il primo punto riguarda il fatto che tale novità nasca non da un giudizio critico sulla precedente esperienza, bensì dalla necessità di costruire una nuova fase di ampio respiro, anche temporale, che prefiguri la futura A2A. Incardinando il nuovo assetto, a partire proprio dall’alto livello raggiunto dalla gestione di Valotti e Camerano. Tenendo conto anche del futuro dei due Soci pubblici. Con l’auspicabile ricandidatura a sindaco di Sala e con la conclusione, nel 2023, di Del Bono. Una scelta che ritengo molto lungimirante sul futuro strategico di A2A, sia per la sua espansione che in rapporto ai propri territori. Con Brescia esposta alle sfide di diversi assetti economici, bancari, nonché alla necessità di nuove classi dirigenti. Una scelta sul futuro che s’è potuta fare anche per merito degli amministratori uscenti. Ma, si sa, ogni cosa ha il suo tempo e la scelta del cambiamento – hic et nunc –  è quanto mai opportuna.

Il secondo punto riguarda un versante politico su cui insistono vari giornali, ma con particolare aggressività “La Verità”. Con Maurizio Belpietro che mescola malamente vicende nazionali a retaggi indigesti della sua brescianità, con fobie di famiglie, di sconfitte e di fantasmi. Parla di “grinfie di Renzi su A2A”, per via della nomina di Mazzoncini. Insomma è il Belpietro da Castenedolo che, senza alcun freno, se ne è andato sempre più espandendo. Esplodendo.

Pure al sottoscritto (giammai renziano) è stato posto l’interrogativo malizioso sul perché d’una mia condivisione per la scelta fatta da Del Bono. Certo, se si guarda la sequela di manager e di “grand commis” – dalla lontana DC ad oggi – vediamo un vorticoso giro di magliette indossate, scambiate o millantate. Ma tra gli opportunisti incapaci ed – all’opposto – le persone di valore al vertice di istituzioni, aziende ed enti pubblici c’è una netta distinzione. Mai privarci, quindi, della capacità di valutare con obbiettività. Belpietro azzarda invece ironie sul curriculum d’un valido manager che ha gestito Ferrovie ed altro ancora. Egli sa bene di non rendere onore a se stesso –  e di cui poco forse gliene importa – ma neppure al nome del suo  giornale. In realtà il bersaglio è Renzi. Quindi carica il suo cannone con quel che gli viene a tiro. Ma egli offre al lettore – in modo inconsapevole –  l’argomento opposto proprio a quel suo: “con solo il 3% Renzi vuol mangiarsi A2A”. Infatti, che pericolo reale rappresenterebbe un Renzi che dal 40% è oggi inchiodato al 3%? In realtà Belpietro è a suo agio nel gioco degli specchi dove sono i “due Mattei” che si scambiano di ruolo. Ma, contro il Centro Sinistra, col fantasma di Renzi da ingigantire sempre a dismisura. A Roma come a Brescia.

Il cuore bresciano di Belpietro – palpitante – è preoccupato per quel “gioiellino di A2A che va a gonfie vele”, ma che finirebbe – con Mazzoncini – nelle grinfie di Renzi. Impavide parole d’uno strenuo difensore di A2A? Mah…Intanto, per Brescia, A2A è nata alle tre del mattino del 28 luglio del 2007, in Loggia, con sindaco Paolo Corsini. E ci si tiene molto. Noi. Con la Destra divisa tra astenuti e contrari, ed un bel pezzo che voleva non il “gioiellino di A2A”, ma solo privatizzare ASM. Quando Belpietro si ritroverà tra alcuni anni di fronte ad un nuovo passaggio di A2A, me lo vedo già pronto a tessere le lodi su Mazzoncini, contro il tizio che lo sostituirà, agitando ancora fantasmi. Sempre lui, con quella sua “faccia un po’ così”, che finge di rimpiangere i bei tempi andati – anche se non son suoi – pur di poter bastonare in testa i tempi futuri.

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Redazione BsNews.it

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