E’ un caso emblematico quello che arriva da Treviglio, Comune della vicina provincia di Bergamo, ma che potrebbe presto avere un seguito anche in diversi Comuni bresciani.
Tre persone, infatti, sono state denunciate dopo che – dai controlli incrociati su coloro che hanno chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza – è emerso che per l’anagrafe comunale risultavano morte da almeno quattro mesi. Altre due richiedenti, invece, sono risultati avere residenza altrove e non essere mai nemmeno transitti per Treviglio.
Poca cosa rispetto alle 276 richieste di reddito di cittadinanza arrivate al Comune, certo. Ma comunque si tratta di una scoperta allarmante. Ed è difficile pensare che una situazione simile non si sia verificata anche in numerosi altri Comuni. La consolazione è che ora, grazie alle nuove possibilità di incrocio dei dati con l’Inps, per gli enti locali sarà più facile scoprire i furbetti del reddito di cittadinanza.
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