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Unibs, nasce un nuovo biomedical device per ossa e cartilagine

Una nuova premessa per la realizzazione di traguardi clinicamente rilevanti: dalla collaborazione tra i ricercatori del Laboratorio di Scienza e Tecnologia dei Materiali, coordinati dalla Prof.ssa Luciana Sartore del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale, e l’equipe di ricerca del Prof. Domenico Russo del Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali dell’Università degli Studi di Brescia, nasce un nuovo biomedical device per la terapia rigenerativa dell’osso e della cartilagine.

Lo studio, sostenuto dall’Università degli Studi di Brescia e dalla Fondazione della Comunità Bresciana Onlus, rappresenta un importante traguardo scientifico e applicativo e conquista la copertina del numero di agosto di Macromolecular Bioscience, una delle principali riviste scientifiche a livello internazionale dedicata alla scienza dei materiali e alle scienze naturali.

Il progetto ha coinvolto negli ultimi tre anni (2016-2019) un gruppo di ricerca multidisciplinare e internazionale, con partner quali l’ASST Spedali Civili di Brescia, l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, l’Università di Glasgow e la University Health Network di Toronto.

Alla base dello studio “Development of a 3D cell culture model based on biocompatible polymeric scaffolds engineered with human mesenchymal stem cells (hMSCs) for cartilage and bone regenerative therapy”, c’è lo sviluppo di materiali stampabili in 3D (dischetti, mattoncini o altre forme) biocompatibili e bioriassorbibili, costituiti in gran parte da acqua (idrogel polimerici), in grado di accogliere cellule staminali mesenchimali derivate da midollo osseo, tessuto adiposo o cordone ombelicale e permettere la loro differenziazione in cellule in grado di produrre nuovo osso e nuova cartilagine.

I nuovi materiali bioingegnerizzati costituiscono un’importante scoperta non solo in campo ortopedico, ma anche in ambito chirurgico otorinolaringoiatrico, in quanto in grado di riprodurre nuovo materiale osseo laddove chirurgicamente questo risulti asportato.

La ricerca è ancora in corso e una volta completati i processi di ottimizzazione e di standardizzazione dei materiali e delle metodiche, i ricercatori potranno compiere il passaggio finale e portare la sperimentazione in clinica sull’uomo.

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Redazione BsNews.it

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