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Etichette olografiche anticontraffazione, cosa sono e a cosa servono

La pirateria e i falsi stanno diventando un problema sempre più importante in tutti i settori commerciali e produttivi, tanto che i produttori e le società di distribuzione on line da tempo hanno deciso di adottare diverse contromisure per tutelarsi. Il mondo della musica digitale e degli ebook, ad esempio, ha deciso di utilizzare sistemi per il Digital Rights Management, i cosiddetti Drm. Le aziende di software optano per sistemi diversi di autenticazione. E strumenti non troppo diversi, per difendere i beni materiali dai falsi, sono gli ologrammi che troviamo sulle banconote o sui biglietti dei concerti e delle partite, oppure ancora sui Gratta e vinci.

In questo breve articolo di approfondimento vediamo – con linguaggio semplice – di capire qualcosa in più sul mondo degli ologrammi e su come vengono utilizzati per tutelare produttori e consumatori.

OLOGRAMMI ANTICONTRAFFAZIONE

In estrema sintesi gli ologrammi sono immagini tridimensionali ottenute con tecniche computerizzate avanzate, che permettono diversi livelli di autenticazione. Si tratta, insomma, di immagini complesse che “nascondono” al proprio interno dati utili e non replicabili da parte di chi non dispone delle giuste “chiavi”. Poco importa, in questa sede, distinguere fra ologrammi 3d, dot-Matrix o altre tipologie. La sostanza è che queste immagini intelligenti riescono a identificare un prodotto univocamente, garantendone l’autenticità.

Non a caso l’applicazione di questo strumento sta diventando sempre più diffusa. Gli ologrammi vengono di frequente applicati su materiali cartacei (etichette adesive, cartellini alimentari, software, carte plastiche, documenti, certificati, permessi per disabili e via dicendo), con la garanzia che è impossibile riprodurli perfino attraverso le più moderne stampanti laser. Ma sul mercato esistono anche varianti che spingono ancora di più l’acceleratore sul versante della sicurezza, come i materiali “tamper evident” (che si frantumano se qualcuno tenta di rimuoverli). Una delle nuove frontiere è, poi, quella del tessuto: opzione sempre più gradita al mondo della moda internazionale.

ETICHETTE OLEOGRAFICHE ANTICONTRAFFAZIONE… ANCHE SU STOFFA

Le etichette olografiche anticontraffazione si trovano sempre più di frequente sui capi d’abbigliamento e sui prodotti dell’alta moda. Perché? A determinare questo crescente interesse delle maison che firmano tshirt, vestiti, borse ed ombrelli è stata innanzitutto l’introduzione di tecniche di applicazione sulla stoffa non invasive e sicure. Il processo di saldatura dell’ologramma sull’etichetta avviene, infatti, con la tecnica dell’hot stamping (l’applicazione a caldo) che rende inamovibile il film olografico e che aumenta lo spessore del tessuto in maniera davvero impercettibile all’occhio umano. Etichette e ologrammi, poi, sono completamente personalizzabili in forma, colore e dimensioni. Ma a maggior tutela è possibile anche numerare le etichette olografiche anticontraffazione – in maniera casuale o progressiva – per rintracciare le informazioni del prodotto finale. Il tutto con un investimento di pochi centesimi di euro, che garantiscono un’importante tutela ai produttori e riducono sensibilmente i danni economici causati dai professionisti della contraaffazione.

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Redazione BsNews.it

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