Una ricerca Istat di settembre 2016 (l’ultima sul tema) spiegava come in dieci anni, in Italia, il numero degli studenti lavoratori nella fascia di età 20-24 anni sia diminuito del 46%, da 119 a 64mila unità, nonostante il numero degli universitari sia aumentato.
La crisi pare essere la causa di questo dimezzamento: meno opportunità e quindi meno ricerca e meno impiego.
Eppure in Europa la tendenza è diversa: i giovani entrano nel mercato del lavoro prima del previsto, sia per sostenere gli studi che per supportare le famiglie, proprio per affrontare meglio la crisi.
Ma i risultati Istat non vogliono i ragazzi italiani non cerchino lavoro. Tra i tanti annunci che si trovano sul web sono numerose le giovani che si offrono per un lavoro come baby sitter. E da quello che emerge dai dati di Sitly, sito specializzato nella ricerca online di babysitter, su un totale di oltre 490mila babysitter iscritte al sito, ben il 34% sono studentesse (parliamo al femminile vista la stramaggioranza di iscrizioni da parte del gentil sesso). disoccupati.
A Brescia sono almeno 2500 le babysitter che cercano lavoro da questo sito. Se poi consideriamo anche le altre piattaforme…
Quale potrebbe essere il motivo di questa divergenza tra i dati Istat e questi dati? Certamente il fatto di potersi registrare gratuitamente e mettersi quindi facilmente a disposizione delle famiglie è un plus apprezzato dai giovani, notoriamente già avvezzi all’uso degli strumenti offerti dal web. Internet si rivela quindi un mezzo pratico, utile, veloce per soddisfare la propria ricerca di lavoro, invitando gli studenti ad attivarsi nel trovare una soluzione alla crisi.
L’appeal di trovare un impiego, anche come babysitter, è infatti notevole: lavorare durante il corso di studi, oltre a garantire una minore dipendenza economica dai genitori, permette di accumulare esperienze e arricchire il proprio cv (è opinione condivisa che la capacità di gestire più impegni in contemporanea aumenti la propria competitività nel mondo del lavoro).
Dall’altra parte, le famiglie italiane che cercano una babysitter apprezzano la possibilità di collaborare con studentesse, giovani, istruite e dotate di forte volontà. Una carta da giocare in più è la frequentazione di corsi di laurea in Psicologia o Scienze dell’Educazione o della Formazione. Dunque molte studentesse possono valutare il fatto di trovare lavoro come babysitter un percorso utile per il loro presente e il loro futuro.
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