Sono una sessantina le giostre sequestrate nel bresciano a seguito di una maxi inchiesta svolta in più di 80 province italiane e denominata «Operazione luna park».
Secondo i carabinieri del comando provinciale di Vercelli le giostre, fermate a scopo cautelativo, non sarebbero mai state sottoposte ai collaudi necessari per l’ottenimento delle certificazioni di sicurezza, che sarebbero state rilasciate semplicemente in cambio di denaro.
L’operazione è partita dalla Procura della Repubblica di Vercelli, poichè proprio ad un ufficio nel Vercellese venivano destinati i soldi necessari a predisporre le false certificazioni.
A far scattare l’indagine era stato quanto emerso in seguito alle verifiche eseguite dopo un incidente avvenuto a Legnano nel 2017: una ragazzina di 13 anni era infatti caduta da una giostra e si era ferita.
L’inchiesta, che ha portato al sequestro cautelare di 1.095 giostre in tutta Italia, coinvolge 37 indagati, tra cui compare anche una bresciana, capogruppo della Lega nel consiglio comunale di Desenzano, perito industriale e consulente di alcuni esercenti giostrai, che però al momento è coinvolta – lo chiarisce Bresciaoggi oggi in edicola – solo nelle indagini preliminari.
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