Quasi un bresciano su dieci è iscritto alla Cgil, ma il calo dei tesserati continua
Nel 2018 gli iscritti alla Cgil di Brescia (escluso, quindi, il comprensorio Val Camonica Sebino) sono stati 101.514, un dato sostanzialmente in linea con la chiusura dell’anno precedente che dimostra la tenuta del tesseramento. Il lieve calo complessivo dello 0,7% rispetto al 2017: un valore che conferma la decrescita in corso da anni, anche se con dinamiche più moderate.
In linea con le trasformazioni produttive che stanno interessando la provincia di Brescia, le categorie che diminuiscono sono quelle dell’industria: i metalmeccanici Fiom hanno oggi 11.774 iscritti, la Filctem (chimica, energia, gomma-plastica) ne ha 3.267. Allo stesso modo, in linea con alcune trasformazioni produttive in atto da tempo, le categorie più in crescita si confermano la Filcams (commercio e servizi) e i precari del Nidil. In crescita anche gli iscritti nella scuola e nell’edilizia. Stabili e con variazioni minime le altre categorie, compresi i pensionati dello Spi.
IN UN ANNO 14.900 NUOVI ISCRITTI
Nel 2018 i nuovi iscritti sono stati 14.929 (il 14,7% del totale) di cui la gran parte – ovviamente – tra i lavoratori attivi. Gli iscritti alla Cgil non sono infatti uno stock fisso nel tempo. Nel corso dell’anno ci sono pensionamenti, passaggi da una categoria all’altra, tessere annuali da rinnovare ogni anno. Da un punto di vista della composizione di genere, le donne risultano il 45% del totale degli iscritti, un dato che conferma l’andamento crescente degli ultimi anni sia in termini percentuali che assoluti (quest’anno le iscritte sono circa 1000 in più rispetto al 2017). Le categorie in cui la componente femminile è predominante si confermano la Flc (scuola e università) dove le donne sono il 78% del totale, la Fp (Funzione Pubblica) con il 73% e la Filcams (commercio e servizi) con il 68%.
GLI IMMIGRATI ISCRITTI ALLA CGIL
La percentuale di iscritti immigrati sul totale dei tesserati si attesta sul 10%. In alcune categorie la componente di immigrati è particolarmente significativa, un dato che rispecchia la presenza di immigrati nei diversi settori produttivi: nella Flai (agroindustria) sono il 46% del totale degli iscritti, nella Fillea (edili) superano il 41%.