È di un anno e otto mesi la condanna, confermata in appello, inflitta ad un istruttore di body building accusato di cessione di sostanze dopanti.
Secondo la difesa nessuna sostanza sarebbe stata rinvenuta nella palestra dell’uomo, ma nelle motivazioni della sentenza di primo grado – lo riporta Bresciaoggi – si fa riferimento proprio al rinvenimento di un certo quantitativo di sostanze dopanti occultate in luoghi nella disponibilità dell’uomo.
Per i difensori si sarebbe trattato di farmaci per uso personale, ma proprio questo elemento avrebbe influito sulla condanna di primo grado. Secondo i giudici, infatti, il fatto che l’istruttore facesse uso di tali sostanze e che fosse anche il preparatore atletico di alcuni clienti della sua palestra, lo avrebbe reso maggiormente consapevole delle conseguenze dell’assunzione delle sostanze dopanti ai fini dello sviluppo della massa muscolare per il raggiungimento di determinati risultati fisici.
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