Garda, operaio indebitato a vita e senza casa salvato dal giudice
Per tutta la vita avrebbe dovuto versare un quinto del suo magrissimo stipendio da operaio. E non avrebbe comunque mai pareggiato i conti con la banca, perché – dopo la vendita della casa all’asta – gli era rimasto comunque un debito da 130mila euro. Ora, invece, potrà tornare a sperare grazie a un’importante sentenza del tribunale di Verona.
E’ la storia di E.S., 35enne gardesano (originario di Cologna Veneta, Vr) che, poco dopo la maggiore età, aveva tentato l’avventura imprenditoriale ed era rimasto vittima (incolpevole) della terribile crisi dell’edilizia iniziata nel 2008. Il suo appartamento era finito all’asta nel 2010. Ma nemmeno quello era bastato ad “accontentare” gli istituti di credito. I calcoli son presto fatti: con 1.700 euro di stipendio e 1.100 di spese indispensabili al mese, i suoi debiti – al netto degli imprevisti – si sarebbero infatti cancellati soltanto all’età della pensione. Inoltre, probabilmente, non si sarebbe mai potuto permettere un figlio o un dentista.
A “graziarlo” è stata invece la legge 3/2012, la cosiddetta salva suicidi. Dopo il ricorso dello studio Pagano & Partners, infatti, i giudici hanno accettato per lui la procedura di sovraindebitamento. Il 35enne – come chiesto dagli avvocati Monica Pagano e Matteo Marini – pagherà 300 euro al mese per soli cinque anni, a cui si sommeranno i 2mila euro generosamente donati dal padre e i magrissimi proventi della vendita dell’unico bene che gli è rimasto: una Ford Focus di 17 anni d’età. Ma al termine di questo periodo non dovrà più nulla a nessuno e, ottenuta l’esdebitazione, i suoi debiti residui saranno completamente cancellati.
“Il nostro assistito”, sottolineano gli avvocati Pagano e Marini, “aveva perso ogni speranza, ma la Giustizia gli ha dato una seconda opportunità: a 40 anni potrà festeggiare il suo compleanno tornando a vivere una vita come quella di tutti gli altri”.