L’appuntamento davanti al giudice è stato fissato per il 18 settembre. In quella data si deciderà se Fabrizio Pasini, l’uomo che ha ucciso Manuela Bailo, potrà spostarsi agli arresti domiciliari oppure se dovrà rimanere nel Carcere Nerio Fischione (Canton Mombello) fino al processo.
L’avvocato Pettenadu, che tutela i suoi interessi, ha presentato domanda venerdì scorso. Resta però da capire se i giudici riterranno che non sussistono il rischio di fuga e di inquinamento delle prove da parte dell’uomo, tanto più alla luce del fatto che all’appello mancano ancora diversi elementi che potrebbero rivelarsi decisivi per le indagini. Non è ancora escluso, poi, che l’avvocato presenti domanda di perizia psichiatrica per Pasini.
Gli investigatori non hanno ritrovato il cellulare della giovane, che Pasini – che continua a proclamarsi innocente – ha riferito di aver gettato nelle Torbiere di Iseo. Ma non è l’unico oggetto utile alle indagini che non si trova. Manca, di certo, il secondo coltello che il 47enne ha affermato di avere e che, secondo l’ipotesi investigativa, potrebbe essere quello utilizzato per l’omicidio. Allo stesso modo non ci sarebbe traccia della maglietta indossata da Pasini al momento del delitto: l’analisi delle macchie di sangue potrebbe essere decisiva per dire se è stato un omiccidio volontario o preterintenzionale.
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