Celiaci, la spesa al supermercato costa 23 euro in meno della farmacia
Trovare tra gli scaffali il prodotto giusto, non dimenticare nessun elemento della lista, accontentare i gusti di tutta la famiglia senza però superare il budget settimanale: se fare la spesa è per tutti un vero e proprio percorso a ostacoli, la situazione diventa ancor più complicata quando si è celiaci. In Lombardia, chi segue una dieta gluten free può oggi scegliere fra tre diversi punti vendita per riempire frigo e dispensa, con significative variazioni di prezzo. Per acquistare un paniere contenente una rosetta, pane a fette, 3 confezioni di pasta, biscotti per la prima colazione, snack dolci, 2 confezioni di farina o preparati, una pizza surgelata e un piatto pronto, nella Regione della rosa camuna si passa dai 37 euro della grande distribuzione, ai 56 del negozio specializzato fino ai quasi 60 della farmacia. Una differenza di 23 euro separa dunque supermercati e farmacie: si tratta della più alta in Italia e segna un netto cambio di rotta rispetto a 6 anni fa quando il divario era di soli 11 euro, uno trai più bassi della Penisola. Tuttavia, il prezzo non sempre è l’unico faro che guida i celiaci nella scelta dei prodotti e ogni canale distributivo ha i suoi punti di forza.
“Rispetto a qualche anno fa è più facile per un celiaco acquistare prodotti senza glutine – spiega Isidoro Piarulli, presidente di AIC Lombardia – ma ovviamente sono ancora tanti miglioramenti che possono essere fatti. In primis semplificare le etichette dei prodotti gluten free e migliorare il layout nei punti vendita così da rendere più semplice il momento della spesa. Non solo: AIC Lombardia sta lavorando per coinvolgere postazioni di vending che offrono snack e bevande senza glutine, così che anche negli attimi di pausa chi convive con la spiga barrata possa trovare prodotti in grado di soddisfare le sue esigenze alimentari”.
Storicamente, la Lombardia si è sempre dimostrata all’avanguardia in fatto di sostegno ai celiaci basti pensare che gli aiuti economici sono stati introdotti nel 1979, con tre anni di anticipo sul nazionale. Attualmente la spesa dell’erogazione gratuita ammonta a oltre 3 milioni di euro e riguarda oltre 36500 lombardi. Inoltre, il sistema regionale permette di accorpare due mensilità una volta l’anno e necessariamente per due mesi consecutivi, così da agevolare l’acquisto di prodotti erogabili in periodi particolari come quelli estivi o natalizi. Ma in quali canali viene spesa questa cifra e quali sono le ragioni che guidano i celiaci nella scelta? Secondo una recente ricerca svolta nell’ambito di una tesi realizzata in collaborazione con AIC Lombardia, il binomio qualità-prezzo nella mente del consumatore celiaco pende verso la qualità, che costituisce il driver principale di acquisto per oltre 4 celiaci lombardi su 10. Grande importanza è riservata anche all’ingredientistica tanto che il 35% predilige alimenti con pochi grassi, senza additivi o ricchi di fibre.
Per quanto riguarda, invece, le differenze tra i diversi canali distributivi, tra i punti di forza dei negozi specializzati spiccano il vasto assortimento, che spazia dalle marche più conosciute ai piccoli produttori locali o artigianali, e le attività promozionali. Un altro modo di acquistare prodotti senza glutine è rivolgersi alla farmacia, un canale che si distingue per i prezzi più elevati, ma che garantisce un confronto con personale qualificato ed è presente in modo capillare su tutto il territorio. Per quanto riguarda la grande distribuzione, da una parte può lasciare il consumatore da solo nel momento dell’acquisto, poiché spesso non è possibile rivolgersi ad un esperto col quale chiarire eventuali dubbi, ma risulta il canale più economico e, dal punto di vista psicologico, allontana la componente patologica che alimenta una sensazione di diversità perché permette di non comprare in un punto vendita apposito.
Uno studio condotto da AIC ha analizzato anche le preferenze in fatto di layout: è emerso che 7 celiaci su 10 vorrebbero trovare i prodotti gluten free in un’isola dedicata. Tale scelta si deve soprattutto a motivi di praticità perché evita di confondere i prodotti con glutine da quelli senza e rende la spesa più comoda e veloce; tra i contro dell’isola, però, il rischio di prendere il prodotto sbagliato se scorrettamente posizionato dall’operatore o da un altro cliente. Il 20% chiede, invece, che i prodotti senza glutine siano mescolati insieme agli altri sugli scaffali così da non sentirsi “ghettizzati” e contenere i rischi dal momento che, essendo più alta l’attenzione, è più difficile confondere un prodotto idoneo con uno che non lo è; d’altro canto però, questo sistema complica le cose e rende meno rapido l’acquisto. Infine, il restante campione scommette sulle isole “multifree”, dove trovare anche prodotti senza lattosio e simili, un layout utile per chi deve gestire più intolleranze, ma che aumenta i rischi di errori nella scelta.
Ecco i 5 consigli della nutrizionista di AIC Lombardia Lavinia Cappella per una spesa gluten free attenta, ma allo stesso tempo veloce:
- Controllare attentamente l’etichetta per ridurre al massimo il rischio di errori.
- Verificare gli aspetti nutrizionali.
- Non privilegiare mai l’economicità a discapito della qualità.
- Consultare il Prontuario AIC, disponibile anche da smartphone grazie all’applicazione AIC Mobile.
- Controllare l’integrità dell’involucro per scongiurare eventuali contaminazioni.