Mille milioni di euro: un miliardo. Sarebbe questo il giro d’affari che una serie di aziende lombarde avrebbe nascosto al Fisco italiano grazie al sistema escogitato da uno studio di commercialisti milanese, che offriva ai clienti più spregiudicati un “pacchetto all inclusive” per evadere le imposte.
Un meccanismo semplice e collaudato, fatto di prestanome e di società cartiere a cui attribuire costi fittizi prima di dichiararne il fallimento. Con l’accusa di aver partecipato a questo schema sono finite a processo 22 persone. E oggi per 21 di loro è arrivata la condanna del gip del tribunale di Brescia Carlo Bianchetti.
Per gli imputati l’accusa aveva chiesto complessivamente 75 anni di carcere, ma il giudice ne ha comminati ben 92, con pene singole da un anno e sei mesi a sette anni (sei anni per il commercialista e la moglie). Tra le persone coinvolte anche alcuni prestanome che gestivano una società ponte domiciliata nella zona della stazione di Rovato.
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