La decisione è di quelle che potrebbero fare scuola. La Questura di Cremona, infatti, ha deciso di chiudere tutti e nove i centri massaggi a gestione cinese della città, considerandoli luoghi in cui si esercitava l’attività di prostituzione. Il blitz è scattato venerdì sera, e ha coinvolto una 50ina di poliziotti con diversi agenti della Polizia locale e tecnici dell’Ats. Durante i controlli gli agenti avrebbero trovato numerose violazioni in tema di sicurezza e di igiene.
Sul fronte tecnico, la decisione è stata quella di concentrare l’attenzione sui locali prima ancora che sui titolari per evitare la rapidissima cessione di licenze tra connazionali che rendono impossibile il sequestro degli spazi e ne permettono dunque la continuazione dell’attività anche dopo le chiusure.
Ma si tratta di una scelta che fa discurtere. Nella città di Brescia i centri massaggi operanti sono almeno una ventina, e alcuni operano in condizioni non diverse dalle attività chiuse a Cremona. Ma la questura di Brescia ha sempre deciso – nel rispetto scrupoloso della legge – di mantere un atteggiamento differente, concentrandosi sulle eventuali responsabilità penali e civili dei titolari.
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