Arte, l’Annunciazione del Bagnadore torna a Brescia per 17mila euro
LAnnunciazione del Bagnadore è di nuovo bresciana. Fondazione Brescia Musei lha acquistata questa mattina dalla casa daste Pandolfini di Firenze al prezzo di 17mila euro, raccolti grazie a una serie di iniziative private, nate spontaneamente in città. Lopera, che sarà donata al Comune, ha una valenza molto importante per i bresciani, perché è stata identificata come quella in origine collocata sopra il portale cinquecentesco di Palazzo Loggia dal prof. Luciano Anelli (L. Anelli, Ritrovato il dipinto del Bagnatore che stava sopra il portale della Loggia, in “Memorie Bresciani”, Edizioni del Moretto, 1, 1982, pp. 157-161).
Sono molto contenta che questo dipinto venga finalmente restituito alla città, commenta la vice sindaco e assessore alla Cultura, Laura Castelletti. Ha una forte valenza civica, è un tesoro di cui per anni si erano perse le tracce e che ora può tornare nel luogo a cui appartiene. Ringrazio i nostri concittadini che hanno reso possibile questa importante acquisizione e ringrazio Massimo Minini, che per primo ha creduto nelloperazione, ha saputo contagiarci con il suo entusiasmo e raggiungere lobiettivo. E un cerchio che si chiude, un brano ulteriore della nostra cultura pittorica che si aggiunge alla ricca collezione che appartiene a tutti i bresciani.
Nata per essere posta sopra il portale cinquecentesco del Palazzo della Loggia, dove rimase sino al tardo Ottocento, lAnnunciazione costituisce una importante testimonianza del ruolo privilegiato che Pier Maria Bagnatori, detto il Bagnadore, ricoprì presso la committenza pubblica bresciana.
La dettagliata veduta del castello che si vede in lontananza ma al centro della composizione, tra i protagonisti del racconto evangelico, testimonia la valenza civica della tela.
Nonostante il catalogo pittorico del Bagnadore non sia stato ancora capillarmente indagato, le opere note tra le quali si menziona quella da considerarsi probabilmente il suo capolavoro, lAnnunciazione della chiesa di S. Maria dei Miracoli, sempre a Brescia, datata 1592 – offrono convincenti confronti con il dipinto appena acquistato, permettendo di risalire ai suoi modelli di riferimento, locali e non.
Nellimpostazione rigorosa e statuaria delle figure e dei panneggi che le avvolgono, vivo è il ricordo di Girolamo Muziano, con cui lavorò a Roma negli anni Sessanta del Cinquecento, calato allinterno della cultura veneto-bresciana cinquecentesca che annovera Tiziano e Moretto quali principali punti di riferimento.
Si segnala infine la notevole attenzione prospettica nella resa della stanza e dei suoi arredi, indice della sua maestria anche in campo architettonico che lo portò a essere progettista di chiese e palazzi, attività per la quale oggi è maggiormente conosciuto.