Rimarrà ai domiciliari per 11 mesi il giostraio sinti di 27 anni che nel 2010, insieme al cugino allora minorenne, pestò a sangue un operaio edile, “reo” di aver fatto apprezzamenti troppo pesanti su una ragazza. A deciderlo – derubricando l’accusa di tentato omicidio in lesioni aggravate – è stata la Corte d’appello di Brescia e i carabinieri hanno già dato esecuzione al provvedimento nel Comune di Asola, dove il sinti è domiciliato.
I fatti avvennero il primo agosto 2010. In un locale di Pavone Mella, nella Bassa bresciana, l’operaio avrebbe detto una parola di troppo sulla fidanzata del cugino dell’aggressore: all’uscita i due giostrai hanno inseguito l’operaio e – all’altezza di Pralboino – gli hanno tagliato la strada per costringerlo a fermarsi. Quindi hanno iniziato a pestarlo a sangue e si sono dati alla fuga.
La vittima subì un intervento alla testa di sette ore prima di essere dichiarato fuori pericolo. Mentre gli aggressori furono rintracciati – a bordo di una Renault Megane senza libretto di circolazione – grazie alla segnalazione di un amico del muratore.
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