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Brescia 2030 / 2039: i futuri anni Trenta

di Sandro Belli – E’ nata Bresciacittagrande 2030: idee, proposte, prospettive per il futuro della nostra città. Libera partecipazione a persone di destra e sinistra, a cattolici e progressisti, a persone d’ogni genere e tipo che vogliano migliorare la vita urbana, a chi ama la propria città e vuol suggerire come farla crescere.

Ragazzi con inventiva e grinta, artisti e imprenditori, innovatori e conservatori, anziani il cui rispetto per le tradizioni è forte e vivace. Per tutti, eccetto che per chi, vincolato o schiavo del proprio schieramento politico non sa pensare liberamente al futuro, non osa differenziarsi dal dettame di partito.

Il fascicolo che potrete ricevere a semplice richiesta, non pretende di affrontare in modo completo ed esaustivo il tema del futuro di Brescia ma vuol essere una raccolta di pareri e suggerimenti “nel progetto – sogno” del nostro futuro urbano”.

I suggerimenti più significativi che invierete a me o a BsNews (info@bsnews.it) saranno introdotti nel fascicolo che stamperemo, composto da una trentina di pagine. In questo articolo di BsNews trovate una piccola parte delle proposte  formulate che sono qui solo sintetizzate.

Alcune questioni di fondo

1) L’intera area urbana è preferibile che sia composta di zone con funzioni differenti in modo da definire un identità prevalente (non assoluta ed esclusiva) di ogni zona, oppure è opportuno che appaia tutta omogenea??

2) La città che cresce sarà opportuno che tenga conto della rilevanza della sua periferia che potrà o dovrà suddividersi in centri autonomi, ciascuno con propria identità e fisionomia. Una gestione decentralizzata nascerà in parallelo??

3) La presenza del lavoro non dovrà essere più in aree decentrate e dedicate, ma dovrà mischiarsi più possibilmente al resto del tessuto urbano. L’artigianato affiancato al settore commerciale e in parte residenziale, la presenza di case-bottega, e le zone uffici aperte e non isolate, inserite in parchi e in una rete di piste ciclabili e di collegamenti sopra e sotto terra.

4) Come si svilupperà l’intreccio tra boschi e giardini orizzontali e verticali?

5) Una seria e complessa programmazione deve permettere di definire il riutilizzo di edifici pubblici in disuso prima di abbandonarli.

Cinque zone – Ipotesi di suddivisione:

– Un’area attrezzata ad uso artigianale e industriale/leggero

– Brescia Sud Ovest

– Una seconda area: un Castello da vivere

– Parco delle cave

– Quarta area – il centro storico, con vocazione archeologica, culturale e in parte mondana e commerciale

– Quinta area – un centro sportivo per attività al chiuso

I capannoni in città?

Basta creare “aree industriali” tristi di giorno e desolate di notte, troppo lontane dalle zone residenziali e rischiose per la sicurezza e l’abbandono notturno!! Non è saggio scacciare tutto il lavoro manuale dalle città !!!

…Oggi spesso si vedono ottime architetture industriali degne di vivere anche in un contesto cittadino. Oltre a ciò se si volesse meglio inserire queste moderne strutture nel paesaggio, si potrebbe contornarle di piante e arbusti.

Rilancio dei negozi di città e del lavoro artigianale abbinato al commercio “Come fermare il mostro” (Elnos) – Sandro Belli

Il mostro attrae. Attrae migliaia di persone, per curiosità, per fare acquisti, per passare il tempo. Il grande mostro della nuova Ikea, come tutti i mostri, procede spaventando e affascinando, prima con la sua

mole architettonicamente non definibile (per usare un eufemismo), poi con la sua valanga di offerte e di proposte, di convenienze e di illusioni.

Ad uno ad uno si mangia con evidente voracità, i siti del commercio circostante e le strutture del centro storico di città e paesi. Che fare?

Unire più attività legate fra loro da un filo conduttore.

Visto che le scelte del consumatore, un po’ ovunque vanno verso la personalizzazione dei beni acquistati, verso il “su misura”, mi pare utile che ciascuna attività abbia, ad esempio nel retrobottega,

metodi e attrezzi o laboratori artigiani per rispondere nell’immediato alle richieste di personalizzazione della clientela, …….

L’Amministrazione locale deve essere disponibile alla massima elasticità nel concedere e gestire licenze e deve saper guidare con intelligenza e generosità la inevitabile complessità.

Boschi, giardini e parchi (B. Dall’Eco).

I giardini verticali saranno usati anche per nascondere: parcheggi di auto e droni – taxi.

I parcheggi dei droni potranno essere inseriti in modo discreto, nei grandi parchi, soprattutto se nei pressi del metro.

La cura dei giardini e delle aiuole pubbliche, orizzontali o verticali, saranno il compito operativo più importante lasciato alle Amministrazioni di quartiere. Ogni area amministrata (quartieri – periferie) avrà soprattutto il compito di autogestire la propria Bellezza. L’organizzazione politico-amministrativa delle città affiderà ai responsabili di quartiere incarichi ufficiali precisi. Costoro siederanno in Consiglio Comunale e parteciperanno a vario modo alla vita politica urbana.

Spero che anche negli anni trenta non tocchino Campo Marte, prato d’erba vera, selvaggio, popolare. Un piano specifico va redatto per gli Anziani. Come tutte le città anche Brescia avrà fra venti anni una popolazione più vecchia e tutti gli spazi, le soste, la viabilità deve essere adatta a questa fascia di età, che ha esigenze di semplicità e di sicurezza rilevanti ed ha ritmi di vita più lenti

Definire il riutilizzo di edifici pubblici abbandonati. 

A me pare utile e civile, che, prima (ripeto prima) di abbandonare un palazzo, soprattutto se di pregio, si definisca come riutilizzarlo.

Se l’edificio da abbandonare fosse decrepito o inutilizzabile, senza alcun pregio artistico, l’ente pubblico dovrebbe dare il buon esempio, in coerenza col tema di non spreco di suolo, demolendolo e lasciando

così lo spazio libero e verde oppure ricostruendo un edificio che occupi la metà del suolo precedente. In tal modo si metterebbe in chiaro che il primo risparmio di suolo non si ottiene con vincoli e divieti, ma con la demolizione dell’inutile.

Proposta dell’ Arch. Alessandro Benevolo.

Ragionare della città di Brescia con davanti un orizzonte medio/lungo significa riflettere su una strategia. Su quali asset futuri puntare e sui percorsi necessari a garantire il loro raggiungimento. La domanda giusta da porsi in via preliminare è: ”cosa rende o potrebbe rendere speciale la città?”

La proposta di Benevolo, contenuta nel fascicolo, va letta nel suo insieme.Cosi pure l’interessante intervento di Italia Nostra, che la sua presidente BETTINELLI ha centrato sul tema RECUPERO AREE ABBANDONATE ( operazione Landschaftspark – concept RUHR ).

Come rinnovare la città: passato e futuro.

Come innovare la città mantenendo vivo il legame col passato e, per contro aprendola al futuro. Ripensare e ristrutturare vecchi edifici e capannoni crollanti e riutilizzare strutture non più in uso e ridar vita e anima alle piazze.

– C’è chi propone, come PROGETTO BRESCIA NUOVA, il recupero delle casere ex magazzini generali proposto da giovani architetti innovatori

– C’è chi, come Bresciacittagrande, vuol creare il MUSEO DEL FUTURO, contraltare del Museo Santa Giulia, parimenti grande e celebrato, simbolo dei due elementi del tempo che scorre: passato e futuro.
– C’è chi, come Bresciacittagrande, vuol cambiare anima e aspetto alle piazze cittadine, cominciando da Piazza Vittoria (nuovo nome Piazza del Novecento”), inserendo la Triennale di Brescia-

Dall’Eco.

Nel 2030, per avere informazione sui programmi di spettacolo e sugli eventi salienti della città, non servirà leggere i giornali. I muri delle case e dei palazzi, in formato gigante, riporteranno immagini e scritte idonee per guidarti nel percorso urbano.Proiezioni colorate e precise, ma discrete, di giorno e di notte, leggibili e interrogabili.

Non cincischiate intorno a cose meno importanti – Bresciacittàgrande

Mi sembra evidente che la prima operazione, senza confronto e senza incertezza è il traforo della Maddalena per realizzare la tangenziale nord da S. Eufemia a Mompiano.

Non è una idea nuova, ma un provvedimento oggi indispensabile. Eviteremmo code infinite, l’inferno di via Turati e via S. Rocchino in varie ore del giorno, l’inquinamento di quell’area divenuto insostenibile e una miglior qualità della vita di due quartieri e dell’intera città – Progetto: Bresciacittagrande – mobilità.

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Redazione BsNews.it
Tags: via turati

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