Il profilo Facebook di Massimo Minini, il presidente di Brescia Musei, regala – di nuovo – l’ennesima polemica che però questa volta pare destinata a prolungarsi fino alle stanze del Tribunale. Minini nei giorni scorsi ha preso di mira la Lega Nord pubblicando sul suo profilo una citazione di Germano Milite che descrive il Carroccio come “un partito che per anni ha urlato contro “Roma Ladrona”, poi ha spedito i suoi eletti a prendere lauti stipendi proprio a Roma e, non pago di tanta ipocrisia, ha rubato quasi 50 milioni di euro di fondi pubblici. Un partito che odiava gli albanesi, ma ha comprato la laurea per il figlio scemo del suo fondatore proprio in Albania”.

E ancora: “Un partito che odiava i neri e non voleva qui “tutta l’Africa”, ma che in Africa andava a fare compere di diamanti. Un partito che, una volta scoperti il suo fondatore ed il suo tesoriere con le mani nel sacco, nella persona del suo nuovo padrone Salvini, ha deciso di non costituirsi parte civile nel processo contro i due, senza dare spiegazioni. In altri termini, figlio mio, la peggiore italia possibile. La più marcia forma d’ipocrisia, vigliaccheria e disumanità concentrata sotto un unico vessillo verdognolo, proprio come il letame di vacca, che però almeno è molto utile come concime. L’esatto opposto di ciò che dovrai essere tu e chiunque vorrai frequentare”. Ecco: questa è la Lega Nord e, di conseguenza, chiunque la voti”. Così termina il post di Massimo Minini che non ci ha messo molto a scatenare reazioni.

Secondo quanto riporta il Giornale di Brescia, la Lega Nord avrebbe dato mandato ai propri avvocati di agire ufficialmente contro il presidente di Brescia Musei. Anche Fabio Rolfi, consigliere regionale della Lega, affida ai social il suo pensiero in merito: “Eccola l’ultima chicca del presidente di Brescia Musei, quello per il quale tutti i bresciani che vogliono il Bigio in piazza sono equiparabili ai porci. Ennesima prova di profondo senso del ruolo istituzionale! Vinciamo e mandiamo a casa anche questo genio. Almeno sarà libero di organizzare tutte le mostre che vuole per i suoi clienti senza nessun imbarazzo…”. Ma pare che questa volta gli screzi virtuali avranno ricadute ben più concrete: “Ci sono tutti gli estremi per avviare una causa civile – dichiara Rolfi al Giornale di Brescia -. E la Lega procede in tal senso”.

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Redazione BsNews s

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