Decine e decine di persone in coda, ieri, per accaparrarsi un posto da “spettatore” al processo d’appello a carico di Massimo Bossetti, il muratore bergamasco accusato di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio. Un caso che suscità grande clamore mediatico, sia per i tre mesi intercorsi tra la scomparsa e il ritrovamento del corpo della 15enne, sia per l’imponente attività di indagine, con il campionamento di ben 20mila profili di Dna per trovare quello compatibile con le tracce trovate sulle mutandine di Yara.
250 i posti disponibili nell’aula 64 del Palazzo di Giustizia (di cui 43 riservati alla stampa). Ma alle 7 di mattina – secondo quanto riportato da Bresciaoggi – le persone in coda erano già una sessantina. E quattro ore dopo c’era ancora qualcuno in attesa che si liberasse un posto per assistere allo “spettacolo”. Il tutto tra le decine di operatori della comunicazione e di telecamere che “assediavano” l’esterno del tribunale (tra via Gambara e via Ferramola), visto che all’interno dell’aula non sono state consentite riprese e nemmeno l’ingresso con i cellulari, alla disperata ricerca di qualche secondo di riprese, con il viso della madre della madre, della sorella o della moglie di Bossetti.
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