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Ubi Banca, chiesto il rinvio a giudizio per 30. Ci sono anche Bazoli e Massiah

La procura di Bergamo – secondo quanto riferisce il quotidiano Bresciaoggi – ha chiesto il rinvio a giudizio di 30 persone, fra cui i banchieri Giovanni Bazoli (già nel Consiglio di sorveglianza), Victor Massiah (attuale consigliere delegato) ed Emilio Zanetti (ex presidente del Consiglio di gestione). L’accusa, a vario titolo, è quella di influenzato illecitamente – tra il 2009 e il 2015 – le decisioni dell’assemblea, gestendo l’istituto attraverso un’intesa fra soci storici bresciani e bergamaschi nascosta a Consob e a Bankitalia.

Per Bazoli, in particolare, l’accusa riferita da Bresciaoggi è quella di aver continuato a mantenere la presidenza di fatto del gruppo Bancario Banca Intesa-San Paolo e l’amministrazione di fatto del gruppo Ubi Banca, imprese tra loro in concorrenza, ostacolando le funzioni di vigilanza.

Il banchiere bresciano, nei giorni scorsi, era comunque stato assolto dalla Corte d’appello, che aveva annullato il provvedimento con cui la Consob, il 17 settembre 2015, aveva irrogato pene per 895 mila euro complessivi a diversi consiglieri e ex consiglieri di sorveglianza di Ubi “per omessa vigilanza in merito all’assenza nelle relazioni sul governo societario della banca degli anni dal 2009 al 2013 di informazioni riguardanti i principi di pariteticità, alternatività e tendenziale alternanza” nella composizione del Comitato nomine e dei vertici della banca tra le componenti bresciana e bergamasca del corpo sociale.

Tra le richieste di rinvio a giudizio, secondo i media, risulterebbe anche Ubi, che però pochi minuti fa ha inviato la seguente nota:

Con riferimento ad articoli di stampa pubblicati in data odierna, UBI Banca informa di non avere, ad oggi, ricevuto alcuna notifica di una richiesta di rinvio a giudizio e del conseguente avviso di fissazione di udienza preliminare per l’illecito amministrativo previsto dall’art. 25 ter, lett. q) e lett. s) D. Lgs.vo 231/01 in relazione ai reati di cui agli artt. 2636 c.c. e 2638 c.c., oggetto di indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo.

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Redazione BsNews.it

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