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Il nuovo prefetto si appella ai sindaci: sui profughi soluzioni condivise

“Sono molto contento della nomina: Brescia non è una realtà facile e farò il massimo sforzo per dimostrarmi all’altezza di questo compito. Ringrazio il ministro di avermi scelto”. A dirlo è stato oggi il nuovo prefetto di Brescia Annunziato Vardè (56 anni), durante la prima conferenza stampa con i giornalisti bresciani.

Il nuovo prefetto – che succede a Valerio Valenti – ha ricordato come Brescia sia la sesta provincia d’Italia per popolazione e una delle realtà economiche più importanti del Paese. “Farò di tutto per svolgere al meglio le mie funzioni al servizio dei cittadini e della comunità bresciana”, ha aggiunto il prefetto, sottolineando di aver incontrato in mattinata il sindaco Emilio Del Bono, il questore e il comandante provinciale dei carabinieri. “Domani”, ha continuato, “proseguirò gli incontri con le autorità giudiziarie. Ma nei prossimi mesi mi piacerebbe girare la provincia per conoscere meglio il territorio”.

Tra i temi principali su cui il nuovo prefetto dovrà lavorare, ovviamente, c’è quello dell’immigrazione, con cui ha avuto modo di confrontarsi già a Trapani e a Brindisi (lì l’altro tema principale del suo mandato sono state le vertenze occupazionali). “Credo si tratti di una delle questioni fondamentali”, ha spiegato, “inevitabilmente dovremo trovare posto per i migranti che ci saranno assegnati, anche alla luce del fatto che il clou degli sbarchi deve ancora arrivare. L’appello che faccio ai sindaci è quello di trovare insieme soluzioni per dare risposte al problema”.

Infine, Vardè – rispondendo ai giornalisti – ha spiegato di essere già stato in passato a Brescia, “di cui avevo già avuto modo apprezzare la bellezza del centro storico da turista”. Mentre per quanto riguarda l’improvviso trasferimento da Brindisi (per cui il suo predecessore Vnon ha nascosto di aver provato “grande stupore”), il nuovo prefetto ha usato toni molto istituzionali. “Sappiamo che dobbiamo essere sempre a disposizione dell’amministrazione dello Stato”, ha detto, “è una peculiarità del nostro mestiere: non siamo noi a fare le valutazioni sulla necessità o meno dei trasferimenti. A Brindisi mi trovavo bene, ma oggi sono contento di essere a Brescia”.

 

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Redazione BsNews.it

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