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MOSTRAMI UNA MOSTRA/18. Arnaldo dimenticato, Arnaldo ritrovato.

di Enrica Recalcati – Arnaldo da Brescia nasce nella diocesi bresciana intorno al 1090, in un contesto sociale che auspicava il ritorno della Chiesa ad un ideale di povertà. Non abbiamo scritti né testimonianze iconografiche, nulla purtroppo ci è stato tramandato.  Si scontra con Manfredo, Vescovo di Brescia, ed è obbligato a recarsi a Parigi, dove insegna religione.

Intanto il papa lo obbliga ufficialmente al “silenzio forzato” a causa della sua amicizia col maestro Abelardo.  Va a Zurigo, poi in Baviera e Moravia.  In Italia ritorna a Roma nel 1143, predicando contro la ricchezza e la mondanità della Chiesa.  Propone riforme in ambito sociale e religioso, ma cade in disgrazia, a causa del fallimento della rivoluzione laica, patrocinata dal patriziato locale e dal Senato.  Muore condannato per eresia nel 1155, ad opera di Federico Barbarossa.  Viene impiccato e arso e le ceneri buttate nel Tamigi.

Viene dimenticato, Arnaldo, per molti anni, riscoperto solo nell’ottocento per diventare icona risorgimentale e simbolo di libertà di pensiero.

Alcuni scrittori come Giovan Battista Guadagnini con “Apologia di Arnaldo” (1790) e Giovan Battista Niccolini con “Tragedia” (1843) ne enfatizzarono le gesta.

Si descrive come un martire caduto vittima del potere temporale dei papi, diventando perciò eroe della riscossa nazionale. Dopo l’Unità d’Italia, è simbolo politico per i liberali come Giuseppe Zanardelli e per gli scrittori Federico Odorici e Gabriele Rosa.

In mostra ottanta, tra sculture, libri, foto d’epoca, disegni e dipinti. Quattro sezioni, tre al Museo di Santa Giulia e una alla Biblioteca Queriniana. Il pretesto è quello di ricordare il 500° anniversario della Riforma Protestante, ma per Brescia questo evento vale molto di più.  Vale per l’impegno e le ricerche fatte con determinazione e passione, da Stefano Lussardi e Antonio De Gennaro; per la generosità e l’interesse di Antonio Benedetto Spada (Direttore della Fondazione Ugo da Como) insieme a Sergio Onger (Presidente dell’Ateneo) , Pierangelo Gramignola (Presidente della Fondazione Cab); Luigi Di Corato (Direttore Brescia Musei)e la Vicesindaco Laura Castelletti. Una sinergia d’intenti che ha coinvolto anche il Console elvetico Felix Baumann che testimonia la presenza di numerosi documenti di Arnaldo a Zurigo, nel cuore della Svizzera protestante.  Il Console ci ricorda, che sul basamento della statua bresciana, c’è lo stemma della città di Zurigo perché fu inaugurata nel 1882 grazie a una sottoscrizione internazionale che coinvolse città legate ad Arnaldo, come Zurigo e Parigi.

La mostra bibliografica, nell’atrio settecentesco della Biblioteca Queriniana, a cura di Antonio De Gennaro, Stefano Grigolato con  la collaborazione del prof. Emidio Campi dell’Università di Zurigo, è un ottimo preambolo. In bacheca si ammirano testi originali e periodici. La produzione letteraria e storiografica dal sec. XIX in cui la figura del monaco bresciano viene polemicamente trasfigurata come campione del laicismo anticlericale, e nelle riviste il travagliato iter della complessa vicenda municipale che portò alla realizzazione e inaugurazione dell’attuale monumento nel 1882.

Al Museo di Santa Giulia: “Arnaldo Ritrovato. Odoardo Tabacchi e Antonio Tagliaferri per il monumento di Arnaldo da Brescia”, questo il titolo della mostra, troviamo: la scultura in marmo di Carrara “Arnaldo che predica alla folla”, il gesso raffigurante “Arnaldo sul rogo” di Odoardo Tabacchi; documenti inediti, relativi al concorso indetto per la realizzazione del bozzetto della statua attuale, focalizzato su come era visto nell’Ottocento il monaco predicatore.  La volontà di erigere un monumento ad Arnaldo si manifesta tra i bresciani dal 1860.  Le vicende che condussero alla realizzazione furono complesse: problemi per reperire i fondi economici e per individuare un artista degno dell’opera.  Nel 1869 venne indetto un concorso pubblico, arrivarono 29 proposte esposte un anno dopo nella Crociera di San Luca.  Come sappiamo fu scelto il progetto di Odoardo Tabacchi.  Nel 1877 il Comune di Brescia incaricò l’architetto Antonio Tagliaferri di studiarne il posizionamento nell’antica area del mercato dei grani, l’odierna Piazzale Arnaldo.

Perfino Giuseppe Garibaldi si interessò al caso di Arnaldo. Mi colpisce una lettera, scritta dall’eroe dei due mondi, che sollecita l’esecuzione dell’opera, inviata al Comitato esecutivo per l’erezione del Civico Monumento, datata: “Rezzato, 25 aprile 1862”.

Bello il progetto per una fontana monumentale, alla memoria degli illustri bresciani, magistrale disegno di Rodolfo Vantini del 1829.

Durante il periodo della mostra, il sabato o la domenica pomeriggio, dalle15,30 alle 17,00 si terranno alcune conferenze di approfondimento presso la White Room del Museo di Santa Giulia.  La mostra in Queriniana è aperta fino al 29 aprile dal martedì al venerdì 8,45-18, il sabato 8,30-12,30; quella in Santa Giulia fino al 23 luglio, dal martedì alla domenica 9,30-17,30 fino al 15 giugno, dal 16 giugno al 23 luglio stessi giorni dalle 10,30 alle 19.

Vi invito a visitare questa mostra perché ci aiuta a capire e riqualificare una delle nostre belle Piazze, posto di bellezza, arte, storia e non solamente incontri di movida.

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LA PHOTOGALLERY

Arnaldo da Brescia, mito e memoria, la mostra - foto di Enrica Recalcati per www.bsnews.it
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Redazione BsNews.it

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