E’ stata la denuncia della proprietaria di un bar a far scattare nuovamente la custodia cautelare per Mario Franzè, calabrese trapiantato in Valtrompia finito nel mirino dei carabinieri con altre 11 persone (tra cui la compagna Veronica Gavioli, ora latitante in Spagna) nell’ambito di una maxioperazione – che ha visti impegnati circa 100 militari – per il contrasto dello spaccio di cocaina. Il 46enne, secondo l’accusa, era a capo di un’organizzazione che riusciva a spacciare oltre un chilo di polvere bianca al mese, con un guadagno di circa 50mila euro esentasse. Un fatto non nuovo, visto che il curriculum criminale è lunghissimo e comprende anche un’accusa per tentato omicidio per storie di droga. Con lui in manette sono finiti Roberto Radici e due fratelli marocchini. Mentre l’ex compagna di Franzè si trova ai domiciliari. A dare i là all’operazione, come detto, il coraggio di una barista che ha reagito alle minacce di Franzè, che voleva assumere il controllo del locale in cui era solito trattare i propri traffici criminali.
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