Budapest, An Brescia si ferma al pareggio per una svista arbitrale
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Nella difficile trasferta di Budapest, solo una grossolana svista della giuria impedisce all’An Brescia di portare a casa i tre punti: contro l’OSC, nel quarto turno del girone A di Champions League, finisce 7 a 7 (4-2, 0-0, 1-3, 2-2, i parziali). Dopo una prima metà di gara segnata da alcune imprecisioni, e anche dalla sfortuna, sotto porta, ma condotta comunque con il giusto atteggiamento mentale, al cambio delle panchine – con l’Orvosi avanti per 4 a 2 -, il sette di Sandro Bovo, dando prova di grande carattere e solida fiducia nei propri mezzi, mette sotto i padroni di casa arrivando all’inizio dell’ultima frazione sul pari (5-5).
A quel punto, lo slancio dei biancazzurri non si ferma e, poco dopo la metà del periodo, avviene il fortemente voluto sorpasso (6-7); se non che, a 43’’ dalla sirena, gli ungheresi riescono ad impattare, ma l’An non si perde d’animo e, sul rovesciamento di fronte, capitan Presciutti sigla la rete di quello che poteva valere il meritato successo. Purtroppo, però, dalla giuria arriva la segnalazione della irregolarità dell’azione bresciana, conclusa, a detta dei cronometristi, a tempo scaduto. Gol annullato, dunque, e l’Orvosi ringrazia, mentre all’An rimane tanto amaro in bocca, anche considerando che, sull’ultima conclusione bresciana non si sia neppure sentita la sirena che segna la fine del possesso palla.
«Meritavamo la vittoria – commenta il presidente Andrea Malchiodi -, il gol era regolare ed è vergognoso vedere sfumare un importante successo a causa di un errore marchiano di cui non siamo responsabili. Siamo molto arrabbiati, è veramente un peccato non portare a casa quanto ci eravamo guadagnati sul campo grazie a una prestazione di cuore e tanta grinta. Per questo devo fare i complimenti ai ragazzi, per due tempi hanno giocato ad altissimo livello, solidissimi in difesa ed efficaci in attacco».
«La rete era valida – queste le parole di coach Bovo -, non si è sentita la sirena del fine possesso palla: la giuria ha sbagliato e gli arbitri sono andati dietro. Al termine della gara, l’errore è stato ammesso ma il danno lo paghiamo solo noi. Quando si gioca in Italia, a bordo vasca non c’è approssimazione, a partire dalla giuria, che è sempre qualificata. Stasera, a far da giudici di porta, c’erano i ragazzini della squadra ospitante. La Len dovrebbe tutelare di più le società come la nostra, che investe tanto per essere all’altezza dei migliori team europei».