“Renzi? Quanta retorica”. A dirlo – anzi: a metterlo nero su bianco – è l’assessore alla Mobilità Federico Manzoni con un post su Facebook che ha aperto un acceso dibattito all’interno del Pd.

“Quanta retorica nella dichiarazione di Matteo Renzi secondo la quale tornerebbe a fare il semplice cittadino”, scrive Manzoni, “ Mi risulta che in verità il Nostro sia tuttora il Segretario nazionale del principale Partito italiano. Un Partito, peraltro, che ha un disperato bisogno di cementare una propria cultura politica. Un Partito, insomma, meno comitato elettorale e più comunità di persone”.

Parole che hanno suscitato un coro distonico, con consensi e dissensi sparsi. A favore, nel Pd, il giovane Massimo Reboldi, esponente di spicco della sinistra interna del partito, che scrive: “Condivido volentieri questo pensiero di Federico Manzoni, Assessore Brescia, 34 anni”. Ma con Manzoni si sono virtualmente schierati anche Antonio Bazzani, Paolo Pagani, Giovanna Benini, Franco Tolotti, Roberto Cammarata e tanti altri (oltre un centinaio) che hanno messo Mi piace al post. E tra coloro che approvano ci sono anche esponenti del centrodestra, del civismo e di altre sinistre, come Corrado della Torre, Vigilio Bettinsoli, Gianni Visconti, Paolo Vitale, Claudio Buizza

Tra i critici, invece, l’ex consigliere comunale Rocco Vergani: “Anche di questa esternazione Federico non ce n’era proprio bisogno, ne’ riesco a capirne l’urgenza. Rischi la retorica dell’antiretorica”. Parole a cui Manzoni ha risposto così: “A costo di sembrare retorico dell’antiretorica, mi permetto di evidenziare l’urgenza che il nostro Partito ha di elaborare un metodo per potersi confrontare al proprio interno. Abbiamo tutti conosciuto i limiti della forma-tradizionale, ma anche delle primarie per le cariche interne, delle direzioni in streaming senza dibattito (o quasi) e dei conseguenti anatemi. E siccome Renzi resta, fino a prova contraria, segretario del Partito (altro che semplice cittadino!), mi permetto di sollevare il tema, perché – al di là dei destini personali dei leader – si tratta di questioni che attengono alla stessa sostanza del nostro stare insieme sotto lo stesso tetto!”.

Tra i contrari anche il capogruppo Pd Capra, che conclude perentorio: “No. Io non le trovo per niente retoriche. Sono stanco di intelligenti "argomentazioni" che la gente non capisce. Amo le persone che si consumano per una buona battaglia, così come diffido di chi tiene un piede dentro e uno fuori. Congresso e elezioni, così vediamo come finisce. Notte Fede”.

Ma il dibattito prosegue, via social. 

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