L’intera operazione, durata due anni, è nata da un banale incidente automobilistico. Nel novembre 2015 a Castegnato resta coinvolto in un incidente stradale il cittadino marocchino E.G.A., residente a Ospitaletto, che veniva urtato da una signora in auto mentre circolava in bicicletta. Il marito della signora raccoglieva la propria spesa finita in terra nella confusione per accorgersi, solo una volta giunto a casa, di aver scambiato per sapone di marsiglia il panetto di hashish trovato per terra. L’uomo lo ha consegnato successivamente alla Polizia Stradale intervenuta sul posto e da qui è scaturita una indagine coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Roberta Amadeo.
L’indagine ha permesso ben presto di evidenziare una fiorente attività di smercio di importanti quantitativi di hashish in provincia di Brscia, da parte del cittadino marocchino E.G.N. nato nel 1995, residente a Comezzano – Cizzago, il quale operava su precise indicazioni dello zio E.G.A. Nella tarda serata del 29 febbraio 2016, E.G.N. veniva arrestato a Verona, colto in flagranza con 107 kg di hashish, che aveva poco prima prelevato e che stava trasportando a Brescia per il successivo smercio. Nonostante l’intervento della polizia, l’attività della famiglia E.G. non è mai cessata, anzi il prosieguo dell’attività investigativa ha evidenziato una rinnovata disponibilità di sostanza stupefacente da parte di E.G.A., sostanza che veniva occultata in una zona campestre in Franciacorta.
Ad aprile 2016 venivano arrestati a Brescia il cittadino italiano P.P. e il cittadino albanese G.R., colti in flagranza con la detenzione di 5 Kg di hashish, poco prima ricevuti da E.G.A. La cessione si era concretizzata proprio nella zona campestre, dove pochi giorni prima personale della sezione antidroga rinveniva e sequestrava, nel corso di un servizio di osservazione, un Kg di hashish, riposto sul ciglio di un sentiero. La sostanza stupefacente presentava lo stesso identico marchio identificativo dell’hashish sequestrato e perciò era anch’esso riconducibile all’albanese arrestato, di cui peraltro è stata accertata la presenza in zona nella tarda serata precedente il rinvenimento.
Il proseguo dell’attività investigativa a Verona ha portato gli inquirenti a tenere sotto controllo un box auto sotterraneo, situato in città, dove ad aprile 2016 veniva arrestato, proprio negli istanti che usciva dal citato box, il cittadino italiano C. M.A.D. nato a Napoli nel 1993, con 18 kg circa di marijuana e 5 kg di hashish. Il 28 novembre veniva data esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere emessa dal GIP a carico di E.G.A. e E.G.N.