No a extracontributi per il permesso di soggiorno, la Cgil: nostra vittoria
Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso in appello dei ministeri dell’Interno e dell’Economia alla sentenza con la quale il Tar del Lazio, nel maggio scorso, aveva cancellato il contributo aggiuntivo da 80 a 200 euro (in aggiunta ai 77 euro già dovuti per le pratiche) per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno. Per Cgil e Inca, che avevano presentato i rilievi al Tar del Lazio, è un risultato importante che va incontro alle legittime richieste di decine di migliaia di migranti anche in provincia di Brescia.
«La Pubblica Amministrazione dovrà adeguarsi alla sentenza e l’ulteriore contributo non si pagherà più – afferma Damiano Galletti, segretario generale della Camera del Lavoro di Brescia -. Inoltre sono state risolte una volta per tutte le questioni di legittimazione delle organizzazioni ricorrenti». La sentenza pubblicata ieri non si limita infatti ad annullare il decreto ritenendo gli importi dei contributi da pagare sproporzionati e onerosi, in contrasto con l’obiettivo di favorire la legale presenza degli immigrati in regola con le norme di soggiorno, ma ha anche riconosciuto, contro il parere degli avvocati ministeriali, il pieno diritto del sindacato – in questo caso la Cgil – a difendere in giudizio i valori di solidarietà attiva e di rimozione degli ostacoli sociali ed economici che impediscono, attraverso eccessivi oneri nelle pratiche per il rinnovo del permesso di soggiorno, il regolare accesso al lavoro. «Si conclude positivamente una vicenda paradossale – sottolinea Galletti -, nella quale il Governo si è ostinato a difendere ad oltranza un provvedimento in contrasto con le sentenze della Corte di Giustizia Europea».