Con una lunga nota, il consigliere regionale leghista Fabio Rolfi interviene sulle nomine della Loggia nel Centro teatrale bresciano, bocciando le indicazioni di Camilla Baresani e Camilla Filippi per il fatto che sono spesso impegnate all’estero e criticando aspramente la mancata conferma dell’uscente Carla Boroni.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO

 

Alla fine Del Bono ha scelto. E lo ha fatto nel modo peggiore, sia per il futuro del teatro stabile bresciano sia per il metodo. Andiamo per ordine. Nel Cda entrano due note e famose bresciane: Camilla Baresani e Camilla Filippi. Artiste di successo apprezzate e di grido nei loro rispettivi campi ma per questa ragione spesso fuori Brescia, impegnate nel resto del Paese o all’estero (una delle due peraltro vive stabilmente a Roma). Tralasciando la valutazione dei rispettivi curriculum, che non è in discussione, la domanda che sorge legittima è la seguente: può un teatro stabile come il nostro essere seguito a distanza? O dedicando se va bene un giorno alla settimana o forse meno (come dichiarato peraltro nei mesi scorsi dall’aspirante presidente)? Francamente credo (e l’ottima gestione Boroni lo ha dimostrato) che serva invece la presenza costante degli amministratori per favorire la massima efficienza, stimolare le produzioni, risolvere contenziosi, raccogliere gli stimoli culturali della città. Una presenza che non può limitarsi ad un salto in ufficio ogni volta che si viene a trovare i parenti ma che deve essere quasi quotidiana, a meno che non si decida di fatto di delegare tutto al direttore, anche scelte e mansioni che a lui non spettano. Il dubbio è che nella testa del sindaco questa scelta, di pura immagine, abbia coinciso proprio (e chissà per quali ragioni…) con queste valutazione. Rimane comunque una domanda; non c’erano bresciani residenti a Brescia con maggior tempo libero a disposizione?

La seconda riflessione riguarda la defenestrazione della ormai ex presidente Carla Boroni. Legittimo da parte del sindaco (inutile citare il vicesindaco, trattasi di ectoplasma non pervenuto) cambiare e scegliere altre persone. Occorre però anche motivare le ragioni della scelta, almeno

sul piano del cotenuto. Soprattutto in questo caso dato che è parere unanime in città che la prof.ssa Boroni, certamente grazie anche ai suoi collaboratori, ha svolto un egregio lavoro che ha saputo rilanciare l’attenzione del mondo cultural bresciano sul CTB, favorendo produzioni di qualità, intercettando e portando a Brescia progetti culturali di tutto rispetto. In sostanza c’è stato un notevole salto di qualità rispetto ad un recente passato grazie alla passione, competenza ed impegno profusi dalla presidenza che si è appena liquidata. Lecito chiedersi quindi il perché. Se non sbaglio nel “nuovo” corso renziano, di cui il democristiano Del Bono è l’interprete bresciano, non doveva affermarsi la meritocrazia , che è appunto il riconoscimento del merito, contro la partitocrazia (o la sua versione locale, “sindacocrazia”) ossia la nomina di persone amiche o vicine a chi governa pro tempore, a prescindere dai meriti? Invece no. Abbiamo avuto la riprova che a vincere, ahinoi, sono ancora gli stessi metodi e gli stessi schemi.

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Redazione BsNews.it
Tags: ctbteatro

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