Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato, questo pomeriggio, la risoluzione per lo sviluppo e il sostegno della montagna. Favorevole anche il Gruppo del Pd che, però, ha tenuto a puntualizzare alcuni aspetti.
“Ci sono montagne dove il turismo funziona e che riescono benissimo a sopravvivere, ma altre dove questo settore non decolla. Perciò, se vogliamo che la popolazione locale rimanga a vivere sul territorio, dobbiamo fare in modo di darle gli strumenti – fa sapere Gianantonio Girelli, consigliere regionale del Pd –. Ed è importante che la gente del posto non se ne vada, se non vogliamo una montagna completamente inselvatichita, perché i residenti sono i primi a fare gli interventi di manutenzione del territorio. Questo significa preservare non solo le alte quote, ma anche la pianura che è la prima a pagare le conseguenze di una montagna trascurata”.
Come primo passo, per Girelli, “è importante dare risorse alle piccole imprese agricole montane, magari attraverso il Piano di sviluppo rurale, proprio per fare le manutenzioni: si aiuta chi vuole rimanere a vivere e lavorare in montagna e si preserva il territorio, appunto”.
Ma il consigliere Pd ricorda anche che la Regione ha istituito un “Comitato della montagna che non viene mai convocato, mentre potrebbe produrre valide idee da mettere sul tavolo della Giunta. Inoltre, è importante che si lavori a livello interassessorile, magari coordinati dal Sottosegretario alla montagna. E studiando delle strategie si può provare a dare una spinta in più a questo territorio e a queste genti”.
Girelli spiega poi che “il nostro voto favorevole è condizionato a quattro punti: l’autogoverno della montagna, attraverso comunità montane o aree vaste, almeno per quanto di competenza; celerità nel fare i bandi sul Per: ci sono 103 milioni di euro a disposizione per le attività forestali e ancora nessun bando dedicato alle foreste di montagna; va rifinanziata la legge 31 con la dotazione del 2011, quindi non i 3 milioni di quest’anno, ma gli 11 milioni di allora, per mantenere in vita i consorzi forestali; i canoni idrici fanno introitare alla Regione 64milioni di euro, di cui 20 vanno alla provincia di Sondrio e pochi spiccioli vengono distribuiti alle altre province: serve un accordo quadro di sviluppo territoriale che li faccia diventare per tutti una risorsa stabile come per Sondrio”.
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