Inquinamento e tumori, c’è un collegamento. Parola di Paolo Vineis, tra i massimi esperti mondiali di epidemiologia oncologica. Il medico è intervenuto ieri all’Università Statale e al San Barnaba per trattare questo tema, sempre più sentito in una città come Brescia.
“Gli screening sono importanti, ma le bonifiche ancor di più. Costano, ma sono l’unica soluzione, qui come nella Terra dei Fuochi. È sconvolgente la quantità di discariche abusive presenti sul territorio dove sono state nascoste sostanze inquinanti”.
Il fatto è che a Caserta lo Stato ha investito 150 milioni in bonifiche, a Brescia 13, bonificando l’1% delle aree avvelenate.
“Il termoutilizzatore? – continua Vineis – la diossina e i particolati emessi sono molto inferiori al traffico automobilistico. L’aria che respiriamo è la stessa, ma il fisico e il dna di ciascuno di noi reagisce in modo differente, poi non bisogna dimenticare stili di vita e bagagli genetici ereditari. Si mescola tutto insieme, per questo dobbiamo studiare le connessioni andando oltre le statistiche, indagando le modifiche genetiche causate dall’ambiente in cui viviamo. La responsabilità per migliorare le cose è di tutti: politica e cittadini”.
Tuttavia i numeri comunicati dal Civile fanno riflettere. Nei mesi a più alta concentrazione di Pm10, infatti, si è registrato un +3% di ricoveri per malattie cardiovascolari per ogni incremento di 10 microgrammi al metro cubo.
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