Utilizzava l’auto di servizio per motivi del tutto personali. Timbrava il cartellino e poi usciva dall’ufficio per fare altro e con la vettura della polizia giudiziaria andava in zona industriale, specie di notte.
Si tratta di un agente della Polizia giudiziaria finito a processo e per il quale il pm Valeria Bolici ha chiesto una condanna a tre anni e sei mesi più duemila euro di multa per peculato e truffa.
Ad inchiodarlo i suoi stessi colleghi che dal 2011 avevano notato che l’uomo era solito frequentare la zona del quartiere Noce ma al ritorno non faceva mai rapporto. I suoi erano spostamenti di interesse personale. I colleghi hanno montato un gps sull’auto che era solito utilizzare e in questo modo sono riusciti a scoprire i suoi spostamenti tutt’altro che lavorativi. Il processo davanti alla Corte d’Assise è stato aggiornato a martedì 23 febbraio per la replica della difesa e la sentenza.
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