Spara per fermare i ladri. Accusato di tentato omicidio, spiega: era legittima difesa
Non ci sta ad essere accusato di tentato omicidio il 40enne imprenditore di Calcinatello che nella notte di sabato ha sparato undici colpi“per difendere me stesso e la mia famiglia. Questa storia mi sta logorando, mi sta rovinando”. L’uomo ha raccontato al Corsera di Brescia la sua versione dei fatti: “Ho spiegato tutto ai carabinieri quando mi hanno chiamato in caserma ritirandomi la pistola, non ho sparato per sventare il furto alla banca, delle banche non me ne importa proprio niente: ho agito per legittima difesa, non ascoltate le altre versioni”.
Nella piccola frazione della Bassa bresciana sono tutti dalla sua parte, compresa la sua famiglia: “ Mio figlio non ha fatto niente, basta”. L’uomo, che vive con la madre, il padre malato e il resto della famiglia in un cascinale ha raccontato di aver sentito i ladri, che avevano appena strappatola cassa continua dell’unico bancomat presente in paese, quello della filiale della Bcc del Garda e stavano cercando di trascinarlo sul furgone rubato parcheggiato li vicino, e di essere uscito alla finestra per capire cosa stesse succedendo. La pistola, regolarmente detenuta, ha esploso unidici colpi, di cui sette hanno colpito il furgone dei malviventi. I vicini giurano che avesse sparato in aria ma il ritrovamento del furgone in una cascina abbandonata poco distante ha dimostrato il contrario, così come il sangue trovato sui sedili. “Sto pagando gravissime conseguenze e c’è un’indagine in corso da parte della Procura. Quelli hanno pure divelto un tubo del gas e c’è stata una perdita ma io sono solo un cittadino onesto che ha agito per difendere sé stesso e la sua famiglia – per poi aggiungere – Nessuno sa cosa è successo. Siamo stati in pericolo, ecco tutto, non avrei rischiato simili conseguenze per una banca. Non posso essere più preciso, ho un avvocato che sta seguendo il caso”.