(a.tortelli) “A testa in giù in Piazzale Loreto ci dovevano mettere i partigiani”. L’affermazione – messa nero su bianco in Facebook – non è proprio da rappresentante delle istituzioni. Ma se lo scorso anno le elezioni fossero andate diversamente, l’autore – Igor Zacchi – oggi sarebbe il sindaco di Mairano con una maggioranza leghista e non un semplice consigliere comunale. E la polemica avrebbe proporzioni ancora maggiori.
Lo sfogo del giovane esponente del Carroccio, figlio d’arte, prende le mosse dal costo sostenuto per alcune visite mediche da un parente che “paga i contributi a questo Stato di m…. da ben 41 anni”. Una questione che, a leggere il post scovato in anteprima da BsNews.it, avrebbe una forte valenza politica: “Clandestino terrorista pezzo di m…”, scrive ancora Zacchi, “uguale accolto, mantenuto e sanità gratis”. La conclusione? “A testa in giù in Piazzale Loreto ci dovevano mettere i partigiani”.
Parole forti, fortissime. E forse dettate da un momento di sconforto. Ma su Facebook lo sfogo ha riscosso numerosi consensi, quasi un centinaio. E tra i “Mi piace” ci sono anche autorevoli esponenti della Lega bresciana, come quel Giuseppe Fornoni, al vertice del collegio leghista della Bassa, che nel 2013 finì su tutti i media nazionali per aver dato della mussulmana di m… all’allora ministro Kyenge (l’esponente del Carroccio aveva cancellato il post il giorno successivo chiedendo scusa e ammettendo di aver “scritto una cazzata”).
Ma anche il fronte dei Non mi piace (Facebook per ora non concede questa opzione) è nutrito. E a guidarlo è l’Anpi provinciale di Brescia, chiamata in causa da Zacchi.
“Fanno rabbrividire le parole pubblicate in Facebook da Igor Zacchi”, spiega il vicepresidente provinciale di Anpi Francesca Parmigiani, “Esse denotano l’ignoranza – in particolare rispetto alla storia del nostro Paese – la volgarità e l’assenza totale di sentimenti di umanità e di solidarietà, purtroppo tipiche di alcuni esponenti leghisti, le cui dichiarazioni, come in questo caso, non possono essere considerate boutades né ascritte a intemperanze momentanee, ma devono essere stigmatizzate e condannate pubblicamente con forza.
Ignora purtroppo Zacchi”, continua Parmigiani, “che se oggi può esprimere liberamente il proprio pensiero (seppur inaccettabile per contenuto e toni) è grazie al fatto che 70 anni fa i partigiani – uomini e donne – lottando contro quel regime fascista che per vent’anni aveva oppresso e mortificato la persona umana, riconquistarono per tutti libertà e dignità, ponendo le basi per la rinascita politica ed etico-morale di un Paese ridotto in macerie. Un patrimonio di valori – quello affermato dalla Resistenza contro il nazifascismo – poi trasfuso nella Carta costituzionale del 1948 e nei principi di libertà, giustizia sociale, eguaglianza, pace, solidarietà, pluralismo e solidarietà politica, economica e sociale, in essa solennemente sanciti, ma da Zacchi evidentemente ignorati.
Ritengo gravissimo che vi sia ancora qualcuno – addirittura un rappresentante delle istituzioni, in questo caso locali – che rifiuti la Resistenza e la storia, collocandosi così fuori dall’Italia vivente, che si fonda sul testo costituzionale, e invocando – invece – un’Italia fatta di fantasmi e di spettri. Confido, tuttavia”, conclude la vicepresidente di Anpi, “che – soprattutto in una fase complessa e delicata, quale quella che stiamo attraversando, in cui sembrano riemergere tossine e veleni, a partire dal razzismo e dalla discriminazione del diverso, che non sono mai debellati per sempre – la cultura democratica che, anche grazie alla Resistenza, appartiene ormai al nostro patrimonio genetico sappia sempre prevalere”.
Parole nette. A cui è seguita subito la presa di distanza – netta – anche del Carroccio provinciale. “Tengo a sottolineare che quella di Zacchi non è assolutamente la posizione movimento”, spiega il segretario provinciale Paolo Formentini, “le sue sono dichiarazioni a titolo personale: auspico che il post venga rimosso il prima possibile”. Formentini, quindi, precisa che per quelle affermazioni Zacchi “sarà sottoposto a procedimento disciplinare: la commissione interna esaminerà il caso e ne trarrà le considerazioni dovute”.
Il post è stato rimosso prima delle 13.
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