Verde pubblico, cooperative furiose: il bando taglia lavoratori svantaggiati
Il verde pubblico torna a fare notizia. Dopo i riflettori puntati sui ritardi negli sfalci dell’erba della scorsa primavera, oggi è il bando di gara europeo aperto dalla Loggia – con scadenza l’ 8 ottobre – che prevede l’utilizzo di un terzo di lavoratori svantaggiati per i futuri gestori, a creare malcontento tra le Coop bresciane.
Sarebbero loro infatti le principali destinatarie del bando, e anche le probabili vincitrici, anche se la gara è aperta anche a ditte private, per le quali però l’assunzione di persone svantaggiate potrebbe essere un problema. La gara mette a disposizione 8,7 milioni di euro, e di fronte a queste cifre i problemi diventano facilmente superabili. Da parte delle coop, che fino al cambio di rotta dello scorso anno hanno sempre gestito il verde pubblico cittadino, la critica al bando riguarda il numero delle persone svantaggiate. Il 7 luglio scorso la giunta aveva messo una clausola sociale al futuro bando che prevedeva l’impiego di una persona svantaggiata ogni 60mila euro di lavori affidati. A ricordare la clausola al sindaco sono stati il presidente di Confcooperative Brescia, Marco Menni e il coordinatore territoriale dl Legacoop ,Sergio Dotti, in una lettera inviata l’8 settembre ad Emilio Del Bono.
Se la clausola fosse rispettata i lavoratori svantaggiati da impiegare dovrebbero essere 48, mentre il bando prevede l’assunzione di 54 persone, di cui un terzo svantaggiati, vale a dire circa 18 persone, cosa che per Menni rappresenta un “bel vantaggio per i privati”.
Da parte sua l’assessore all’Ambiente del Comune, Gianluigi Fondra, ha spiegato al Corsera di Brescia che “nel disegnare la gara non siamo partiti prioritariamente dagli aspetti sociali ma da quelli tecnici per assicurare alla città un servizio d’eccellenza” per poi ricordare alle coop che “la legge dice che si debba assumere almeno una persona svantaggiata ogni tre lavoratori, ma le coop potranno assumerne anche di più se vorranno”. I criteri che verranno tenuti in considerazione sono tre: per un terzo peserà l’offerta economica, mentre i restanti due terzi saranno giudicati in base agli aspetti sociali e a quelli qualitativi.