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Da Gotofredo a Beccaria: in mostra i libri più antichi della Biblioteca universitaria di Brescia

È stata inaugurata oggi nella bella cornice della Sala del Camino alla Biblioteca di Economia e Giurisprudenza la mostra “Da Gotofredo a Beccaria” rassegna di libri antichi ed edizioni di pregio che propone, in un breve percorso espositivo allestito nella galleria al primo piano della Biblioteca, alcune delle opere più significative del ‘500, ‘600 e’700 presenti nel fondo storico della Biblioteca dell’Università degli Studi di Brescia. 

In occasione dell’apertura della mostra e nel corso dell’incontro svolto nel pomeriggio destinato a presentare la Sezione Storica con il relativo patrimonio librario, la prof.ssa Valeria De Antonellis, Delegato del Rettore per i Servizi Bibliotecari, ha sottolineato che "la raccolta è particolarmente ricca e significativa dal punto di vista storico e scientifico in ambito giuridico ed è sicuramente un grande privilegio per un Ateneo tanto giovane poter vantare un fondo antico specialistico di così grande importanza". Sono seguiti gli interventi dei professori Aldo Andrea Cassi, Arnaldo Canziani e Alberto Sciumè del Dipartimento di Giurisprudenza, in ordine al collezionismo, alla gestione delle donazioni e alla digitalizzazione dei patrimoni librari. 

La sezione storica, nata nel 1997 grazie al lascito dell’avvocato bresciano Arnaldo Avanzini di esemplari a stampa di argomento storico giuridico, ha registrato dalla sua costituzione un costante ampliamento del patrimonio sino a giungere oggi a circa 12.000 esemplari: una sensibile e attenta politica di acquisto della Direzione ha inteso completare nel tempo alcune importanti collezioni di studio, portando all’acquisizione di alcuni importanti fondi privati, come quello appartenuto allo statista bresciano Giuseppe Zanardelli.

Sino al 15 maggio saranno esposti in Vicolo dell’Anguilla, n. 8 alcuni esemplari scelti a rappresentare tre secoli di storia della stampa e della legatura di fonti fondamentali del diritto italiano e internazionale, ma anche della letteratura italiana, dai classici latini e greci, degli umanisti rinascimentali e illuministi italiani, che presentano peculiari caratteristiche e preziosità: dalle edizioni “aldine” del 1500, alle decorazioni del 1600, ai caratteri bodoniani del 1700.

La sezione storica rappresenta col suo patrimonio di argomento classico – letterario e storico-giuridico un insostituibile strumento per la ricerca e la didattica. Essa include alcune opere dei più noti giureconsulti italiani e stranieri sulla storia del diritto (da Alciati, a Bartolomeo da Capua, a Claro Giulio, a Gotofredo, al De Luca, a Budè, a Bynkershoek,  a Decio Filippo), esempi di “pandettistica”, ovvero tutta la produzione scientifica tedesca che – partendo dallo studio di Giustiniano – ha portato alla formazione del Codice civile tedesco, passando per la produzione enciclopedica del Digesto italiano in varie edizione e grandi opere della letteratura italiana (Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto) nelle edizioni illustrate e preziose del Dorè.

Nel percorso espositivo è possibile fruire di alcune opere dei glossatori del 1200 (Accursio), passando per i Canonisti del ‘200, ‘400 e ‘500 (Enrico da Susa, Giovanni d’Andrea, Barbosa, Gambiglioni, il Cardinal Bellamino), per i volgarizzatori quali Gotofredo, sino agli Illuministi italiani (Beccaria) e ai rappresentanti dell’umanesimo giuridico (Alciati). Vengono esposte al pubblico due opere di Aldo Manuzio (Tacito a Venezia, 1534 – I commentari di Cesare, 1576) e un’opera di Giovanni Battista Bodoni (Tacito, 1795).

La sezione storica ha partecipato nel 2014 al progetto di Regione Lombardia per la realizzazione della Biblioteca Digitale Lombarda: sono state prodotte 167.000 scansioni di 43 opere e 221 volumi appartenenti al fondo e fruibili in digitale dalla fine dell’anno.

“Ogni biblioteca ha una vocazione istituzionale; per raggiungere questo scopo dispone di una serie di mezzi che devono essere il più possibile aggiornati – afferma il prof. Alberto Sciumé, ordinario di Storia del Diritto medievale e moderno afferente al Dipartimento di Giurisprudenza. Tra questa strumentazione vi è anche quella digitale che dà, oggi, un contributo importantissimo allo svolgimento della ricerca scientifica interdisciplinare. Nell’epoca della multimedialità, non ci si deve far tentare dalla contrapposizione fra la materialità della carta e la virtualità della rappresentazione digitale: gli strumenti digitali sono, appunto, strumenti, e mirano a favorire la diffusione delle conoscenze e ad incentivare l’esperienza insostituibile della riflessione condotta sulle pagine scritte, consentendo, tra l’altro, forme di comparazione testuale prima impensate”.

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Redazione BsNews.it

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