Richiesta dimissioni Scalvini, la minoranza: ecco le prove del conflitto d’interessi

di Elisabetta Bentivoglio – “Il conflitto d’interesse c’è e i documenti lo provano: Scalvini si dimetta”. Il j’accuse della minoranza nei confronti dell’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia, Felice Scalvini, non lascia spazio alla mediazione. Conflitto d’interesse che sarebbe contrario alla Carta di Pisa sottoscritta dal Consiglio con delibera del 30 giugno 2014 e che di fatto impedisce a chi occupa ruoli istituzionali di avere parenti o famigliari coinvolti nei propri interessi. L’accusa mossa a Scalvini riguarda la posizione della moglie, consigliera del Consorzio Koinon da 7 anni, per la partecipazione di questo ad alcuni progetti di carattere comunale.

Alla luce delle risposte fornite dal sindaco e delle minacce di querela di Scalvini, Forza Italia, Lega Nord e Movimento 5 Stelle, hanno scelto di replicare “carte alla mano”. Punto per punto. I primi dubbi della minoranza riguardavano il protocollo sottoscritto dal Comune per accedere a fondi Cariplo e regionali. “Koinon era parte dell’accordo di rete e avrebbe quindi beneficiato del partenariato diventando destinatario di una quota del contributo complessivamente richiesto per il progetto – spiega il consigliere di Forza Italia, Giorgio Maione, primo firmatario dell’interrogazione presentata qualche settimana fa in Loggia  di cui si attende la risposta nel prossimo consiglio comunale -. Inoltre, esiste una grave responsabilità politica da parte della Giunta visto che l’esclusione – secondo le parole del sindaco – sta nel non aver indicato le realtà beneficiarie dei servizi e questo ha fatto perdere al Comune oltre 2 milioni di finanziamento”.

Per quanto riguarda il progetto Cento Leve e l’inserimento lavorativo di una persona nella cooperativa Koinon, Del Bono aveva difeso il suo assessore dichiarando “non c’è nessun tipo di beneficio per le strutture ospitanti”. “Falso – ribadisce la capogruppo del M5S, Laura Gamba – questo progetto ha pagato uno stage del valore di 4.800 euro al giovane selezionato”. Ma non è tutto. La consigliera si è chiesta anche “con quale procedimento amministrativo è stata fatta propria la decisione del terzo settore visto che il sindaco ha dichiarato che le risorse sono state messe dal terzo settore? – ha tuonato -. In realtà il Comune ha investito 22mila euro e ha introitato nel proprio bilancio i fondi delle sponsorizzazioni, vale a dire 36mila euro e 50 mila euro".

Terzo progetto contestato è l’8/18. In questo caso alle accuse della minoranza il sindaco aveva risposto che “il progetto dell’assessore Morelli, i soldi sono dell’Asl e i soggetti sono stati selezionati all’interno del Tavolo della conciliazione dell’Asl”. Spiegazioni che non hanno convinto la minoranza che, con un accesso agli atti, ha scoperto che “l’assessore Scalvini ha aderito in qualità di Presidente dell’Assemblea dei Sindaci Distretto 1 e ha sottoscritto personalmente l’accordo di rete”, ma anche che “i soggetti non sono stati scelti dall’Asl ma hanno sottoscritto autonomamente le reti di alleanza locali – ha chiarito Maione -. Tanto è vero che hanno partecipato ad un bando pubblico per ottenere il finanziamento”. Non è ancora tutto. “I fondi sono stati sì erogati dall’Asl, ma il Comune ha partecipato con 12.400 euro e Ambito 1, di cui Scalvini è presidente in rappresentanza del Comune, con 7.600 euro”.

Alla luce di tutti i documenti raccolti, Forza Italia, Lega e grillini sono tornati a chiedere al sindaco “le dimissioni dell’assessore Scalvini che, dati i molteplici ruoli che ha ricoperto anche in passato all’interno di società o cooperative strettamente legale al mondo del sociale – tra cui il ruolo di consigliere fino al 2012 in Assocoop srl e quello di vicepresidente del Consiglio di amministrazione di AssoCoop Cooperative – si troverebbe anche in futuro in pieno conflitto di interessi con il proprio ruolo istituzionale”, hanno ribadito i capogruppi di Forza Italia e Lega Nord, Mattia Margaroli e Nicola Gallizioli. E se il sindaco optasse per un rimpasto di deleghe? “Farà le sue valutazioni – ha ammesso Margaroli – ma credo che in quel caso verrebbe meno il principio di tecnicità con il quale il sindaco ha costruito la sua giunta”. Per rispondere alle ipotesi di querela paventate da Scalvini nei confronti delle affermazioni della minoranza, Laura Gamba, ha chiarito: “Ci siamo limitati ad enunciare i fatti, tre di noi sono avvocati e conosciamo bene la legge”. A farle eco l’ex primo cittadino, oggi consigliere di Forza Italia in Loggia, Adriano Paroli che hga concluso: "L’errore di Del Bono è stato affidare la delega del welfare, che muove 40milioni pubblici all’anno, alla persona sbagliata".  

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Redazione BsNews.it

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