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Carlo Pappone al San Rocco di Ome: è uno dei massimi esperti al mondo di elettrofisiologia

Più di 100mila procedure di ablazione eseguite, 30mila impianti di pacemaker, 10mila di defibrillatori e 3mila di pacemaker biventricolari. 80mila studi di elettrofisiologia pubblicati e una procedura per le ablazioni delle fibrillazioni atriali, messa a punto nel 1999, che porta il suo nome, il «Pappone approach». Pioniere nella metodica terapeutica delle patologie legate al ritmo cardiaco Carlo Pappone, fra i massimi esperti mondiali nel campo delle aritmie, ha un curriculum così lungo da poter essere difficilmente riassunto, basti solo ricordare che nel 2006 ha eseguito un’ablazione con radiofrequenza a 6500 chilometri di distanza, da Boston (dove si teneva un congresso) a Milano all’Ospedale San Raffaele (paziente sul letto dell’elettrofisiologia) in diretta, ed è reviewer e consulente editoriale di molte pubblicazioni scientifiche fra le quali la prestigiosa The Lancet.

 

«Carlo Pappone e la sua équipe lavorano stabilmente al Policlinico San Donato di Milano e le attività cliniche e ambulatoriali che svolgeranno al San Rocco di Ome sono identiche a quelle che il professore effettua a Milano condivise dallo stesso team in due sale di elettrofisiologia con un reparto e ambulatori dedicati, e se lo scorso anno abbiamo effettuato circa 160 interventi di ablazione della fibrillazione atriale, quest’anno contiamo di arrivare a oltre 400», spiega Antonio Fappani, responsabile della Cardiologia dell’Istituto Clinico San Rocco.

Vengono, così trattate tutte le aritmie, da quelle di bambini e adolescenti, che hanno problemi di tachicardia parossistica, a quelle degli adulti utilizzando la tecnica di ablazione con radiofrequenza. «In pratica – precisa Fappani – con l’uso di catateri si entra nel sistema venoso, fino ad arrivare a quello cardiaco, si individua la sede del cortocircuito, il focus aritmico e/o il substrato e si procede all’ablazione con radiofrequenza». Il San Rocco è uno dei pochi centri in Italia dove viene trattata la fibrillazione atriale con la tecnica della radiofrequenza passando dall’atrio destro a quello di sinistra. «Si tratta di una metodica messa a punto proprio da Carlo Pappone e utilizzata oggi in tutti i maggiori centri mondiali – dice ancora il responsabile della Cardiologia dell’ospedale di Ome -. Consiste, una volta raggiunto l’atrio sinistro, nel fare un mappaggio elettroanatomico che ricostruisce tutto il sistema dell’atrio sullo schermo di un computer. A questo punto con la radiofrequenza si interviene alla base delle vene polmonari per isolarle elettricamente e si ripristina il corretto ritmo cardiaco».

Molti i vantaggi del «Pappone approach», innanzitutto i tempi di intervento e di recupero, sottolinea Fappani, «poco più di un’ora a fronte delle 4-5 necessarie con la tecnica tradizionale», la non necessità di ricorrere ad anestesia generale, «si pratica una blanda sedazione se necessaria e il paziente torna a casa dopo un paio di giorni». Ma, soprattutto, la qualità della vita delle persone «a tre mesi dall’intervento abbiamo l’80 per cento di persistenza di ritmo sinusale (normale) che consente di smettere (nel 50 per cento dei casi) o diminuire di molto la terapia antiaritmica e soprattutto l’anticoagulante riducendo così i rischi connessi, migliorando le prestazioni del cuore». Precisa Fappani che «le principali indicazioni per questo trattamento sono le crisi di fibrillazione atriale parossistiche sintomatiche resistenti alla terapia che si presentino almeno tre o quattro volte in un anno (con accessi al Pronto soccorso) e la fibrillazione atriale cronica o persistente che non sia valvolare e non presente da più di uno, due anni».

Si tratta di un investimento «imponente e lungimirante da parte del Gruppo Ospedaliero San Donato, di cui il San Rocco fa parte – conclude Antonio Fappani – che ha comportato la dotazione di macchinari sofisticati e in continua evoluzione, oltre alla riorganizzazione del reparto, al  potenziamento dei turni creando un’équipe dedicata medico-infermieristica con bioingegneri sempre presenti in sala e per i controlli. Un impegno che ha portato il nostro ospedale ad essere un centro di eccellenza nel panorama italiano e che ci proietta nel futuro dell’elettrofisiologia interventistica».

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Redazione BsNews.it

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