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Disabile incatenato, tuona il consigliere di quartiere Riva: è colpevole di essere italiano?

"Come Consigliere di Quartiere, la mia è stata l’unica presenza istituzionale, perché dalle istituzioni non solo non si è alzato nessun coro, ma nemmeno una sparuta voce isolata". Commenta così Simone Riva, Consigliere di Quartiere Borgo Trento e membro dell’Associazione Brescia ai Bresciani che sabato scorso è scesa in contromanifestazione a quella degli immigrati e di Diritti per tutti, la vicenda di Alessandro Tedesco, il giovane disabile che si è incatenato in piazza Loggia per protestare, denunciando di essere sfruttato sul lavoro. Nonostante la risposta dei Servizi Sociali del Comune, che sottolineavano come l’attività di Alessandro non fosse un vero lavoro, ma uno stage per inserirlo nel mondo del lavoro, Riva tuona contro l’amministrazione, secondo lui non presente, contro i servizi sociali e contro la cooperativa, sottolineando che " una persona pagata 2,50 euro al giorno da 4 anni per svolgere le stesse mansioni lavorative dei colleghi non sta compiendo uno stage, ma è sfruttato da un sistema di cooperative e servizi sociali, di cui è parte in gioco anche il Comune".

Intanto sulla sua pagina di Facebook Alessandro ha pubblicato un breve video dove dichiara di essere ad un colloquio di lavoro, mentre poche ore prima aveva postato un documento del sito "generazione identitaria" dove si accusa la provincia di Trento di essere troppo generosa con gli immigrati e di pensare poco agli italiani.

DI SEGUITO LA LETTERA INVIATA DA RIVA ALLA REDAZIONE

Questa mattina sono stato in piazza Loggia con Alessandro, il ragazzo che oggi si è nuovamente incatenato davanti al Comune, per portargli la solidarietà da parte del gruppo Brescia ai Bresciani. Come Consigliere di Quartiere, la mia è stata l’unica presenza istituzionale, perché dalle istituzioni non solo non si è alzato nessun coro, ma nemmeno una sparuta voce isolata.

L’azienda presso cui il ragazzo lavorava l’ha licenziato definitivamente dopo la protesta, mentre la cooperativa l’ha sospeso per una settimana; questo pomeriggio avrà un incontro con i servizi sociali e ci auguriamo che vada a buon termine, ma il problema di fondo resta.

Resta il vergognoso silenzio degli organi deputati alla difesa dei più deboli, come resta il fatto che una persona pagata 2,50 euro al giorno da 4 anni per svolgere le stesse mansioni lavorative dei colleghi non sta compiendo uno stage, ma è sfruttato da un sistema di cooperative e servizi sociali, di cui è parte in gioco anche il Comune. La gravità della sospensione sa poi di minaccia neanche troppo velata per chiunque provi ad alzare la testa contro simili soprusi, come Alessandro ha coraggiosamente fatto.

In ultimo, sapendo che circa un migliaio di immigrati clandestini sul nostro territorio beneficia di trattamento in hotel, sovvenzionato dalle nostre tasche con 40 euro al giorno per oziare giorno e notte, è segno inequivocabile che c’è chi ha meno diritto di essere aiutato perché “colpevole” di essere italiano. Se quindi l’assessore Fenaroli lunedì ha indetto in tutta fretta un tavolo per la sanatoria degli immigrati che una settimana fa incendiavano i cassonetti, diversamente, le proteste pacifiche di un cittadino bresciano vengono ignorate o represse. Faccio inoltre appello a chiunque avesse la possibilità di trovare un lavoro con una retribuzione dignitosa per Alessandro, chiedendo di comunicarlo alla pagina Facebook “Brescia ai Bresciani”

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Redazione BsNews.it

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