"Scalvini deve spiegare con quale criterio alcuni progetti della Loggia sono stati assegnati alla cooperativa gestita dalla moglie". E’ pesante l’accusa lanciata oggi pomeriggio dal centrodestra bresciano (primo firmatario l’avvocato Giorgio Maione) e dal Movimento 5 stelle all’assessore ai Servizi sociali nominato da Emilio Del Bono. Un affondo che – anche nell’interrogazione depositata in Loggia – si conclude esplicitamente con una richiesta di dimissioni per l’esponente della giunta.
L’accusa a Scalvini è di quelle che non lasciano indifferenti. Il Comune di Brescia, tramite il suo assessorato, ha avuto forme di collaborazione con la cooperativa Koinon (di cui la mogli di Scalvini è consigliere delegato) per alcuni progetti, tra cui il “Progetto Brescia Città del Noi”, “Cento Leve” e “8/18 la scuola aperta dalle ore 8 alle ore 18 per favorire il sostegno all’occupazione delle madri”. In particolare nel progetto Cento Leve – avviato nel novembre 2014 – il Comune di Brescia ha previsto l’inserimento lavorativo di una figura nella stessa cooperativa per 12 mesi al fine di farle acquisire “competenze certificate”. Ancora, nel progetto 8/18, lo stesso Scalvini avrebbe sottoscritto – come rappresentante del sindaco nell’Ambito distrettuale Asl n.1 – un accordo (23 ottobre 2014) in cui era parte il consorzio Koinon, finalizzato a ottenere un contributo di 121mila euro dalla Asl di Brescia.
Per questo il centrodestra (rappresentato in conferenza stampa anche da Adriano Paroli, Mattia Margaroli e dal leghista Nicola Gallizioli) e i grillini (rappresentati da Laura Gamba) chiedono ora al sindaco di sapere “con quali modalità il Consorzio Koinon sia stato individuato come partner nei suindicati progetti” e “se l’individuazione sia avvenuta attraverso forme di pubblicità, licitazione o gara pubblica”, ma anche “se vi sono in essere altri accordi o rapporti di varia natura tra il Consorzio Koinon e il Comune di Brescia”. Inoltre invocano la revoca delle deleghe a Scalvini, chiedendo a Del Bono “se, stante il mancato rispetto dell’obbligo di pubblicità del conflitto di interesse e astensione, da parte dell’assessore il sindaco non intenda applicare talune delle sanzioni di cui all’art. 21 della Carta di Pisa (recentemente sottoscritta dalla Loggia, ndr), ivi compresa la revoca della nomina”.
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