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Rifiuti, M5S attacca: la maggioranza ci ha tenuto nascosto il documento di A2A

Con un comunicato il Movimento 5 Stelle di Brescia attacca duramente la maggioranza in Loggia su una presunta mancanza di “trasparenza” da parte di quest’ultima riguardo alla decisione di adottare il sistema misto per la raccolta differenziata. La principale critica dei grillini riguarda lo studio compiuto da A2A per arrivare alla decisione che sarebbe stato “nascosto… privandoci delle informazioni necessarie per dire la nostra su una partita come quella dei rifiuti, cruciale per le questioni ambientali, per il futuro della città e per gli aspetti economici che l’accompagnano”, scrive il M5S.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO

Ci siamo. L’amministrazione comunale è in dirittura di arrivo sul tema della gestione dei rifiuti in città. Oggi siamo impegnati nell’ultima commissione ambiente e ecologia, nella quale sarà messa in votazione la delibera che la Giunta propone al Consiglio comunale per introdurre il sistema "misto" di raccolta differenziata (cassonetto a calotta + porta a porta). Il provvedimento sarà poi votato dall’intero Consiglio nella seduta del prossimo 16 marzo: a dargli il via libera sarà, senza colpo ferire, la maggioranza e presumibilmente anche una parte della minoranza.

Questi i passaggi "istituzionali". Ma dietro le quinte c’è uno SCANDALO VERGOGNOSO di cui nessuno parla: la TOTALE MANCANZA DI TRASPARENZA, OPPORTUNITÀ E CONDIVISIONE da parte del Partito Democratico e della sua maggioranza. Il presunto confronto sul tema è iniziato il 9 gennaio 2014, nella commissione ecologia del Comune di Brescia. "Presunto" perché, in realtà, non solo non c’è mai stata trasparenza e condivisione, ma non si è mai – nemmeno lontanamente – percepita la volontà di aprire il dibattito alla cittadinanza e coinvolgere i cittadini. Provate a chiedere ai bresciani su quale "modello", quale "esperienza positiva" e quali "risultati" l’amministrazione si sta basando per cambiare strategia nella raccolta dei rifiuti. Ci sarebbe da ridere per il deserto di risposte. Nessuno sa nulla.

Fin dall’inizio ci hanno presi in giro, pontificando sulla "partecipazione" e mettendo in pratica l’esatto contrario. A settembre, Aprica (A2A) è intervenuta in commissione per presentare un confronto fra diversi sistemi di raccolta (porta a porta, calotta, ecc.), con tanto di slides riassuntive.

Come risulta dai verbali, abbiamo chiesto esplicitamente di avere una copia dello studio, nella sua versione tecnica e approfondita (che l’azienda doveva per forza aver realizzato), per poterla condividere con i cittadini, i comitati ambientalisti e le associazioni di categoria. La richiesta è stata accolta senza alcuna remore. Ci siamo dunque attivati con un accesso agli atti, per formalizzare la domanda della copia. La risposta è stata che lo studio «era in corso» e che «l’unica documentazione disponibile era quella consegnata in commissione», cioè le slides riassuntive. Peccato che questa non sia la verità.

LO STUDIO C’ERA, ECCOME – C’è sempre stato, fin dall’inizio. Oggi ne abbiamo la prova. Qualcuno, che ringraziamo, ce lo ha spedito per posta in busta anonima. Il documento risale al mese di LUGLIO 2014. 8 (otto) mesi fa. Per OTTO MESI abbiamo chiesto di poter avere questa documentazione, senza ricevere nulla. Solo l’11 febbraio 2015 – un giorno prima della commissione – ci è stato consegnato dall’amministrazione uno studio, un po’ più breve, ma nel complesso simile a quello del luglio 2014.

Cosa è accaduto? È accaduto che i "trasparenti" Democratici hanno NASCOSTO un documento di fondamentale importanza, privandoci delle informazioni necessarie per dire la nostra su una partita come quella dei rifiuti, cruciale per le questioni ambientali, per il futuro della città e per gli aspetti economici che l’accompagnano (si parla di un affidamento da circa 30 MILIONI DI EURO). Sappiamo come reagiranno: troveranno mille scuse, mille cavilli, mille supercazzole, per dire che hanno ragione loro. Hanno sempre ragione loro.

Hanno ragione loro quando lanciano la campagna "La meta è la metà" nel 2001, ponendosi come obiettivo il 50% di raccolta differenziata in città. Hanno ragione loro quando ancora dopo 15 (quindici) anni la missione è miseramente fallita, e l’obiettivo ben lontano dall’essere raggiunto (siamo fermi al 38% da anni). Hanno ragione loro quando per "cambiare" si rivolgono agli stessi responsabili di questo fallimento. Intanto i FATTI dicono altro. Lo studio c’era. La trasparenza no. Quella non c’è mai stata.

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Redazione BsNews.it

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