Autovelox a Padenghe, il sindaco: investiti in sicurezza molto più soldi di quelli incassati

Dopo il recente attacco mediatico al sindaco di Padenghe sul Garda, Patrizia Avanzini, sul caso autovelox e la successiva querela sporta dal primo cittadino contro la trasmissione televisiva Virus che avrebbe “tagliato ad arte” la sua intervista per farla risultare colpevole, è ancora lei con un comunicato a voler chiarire la situazione, questa volta con una serie di numeri sugli autovelox incriminati.

DI SEGUITO IL TESTO INTRALE DEL COMUNICATO:

I fatti: dal 2005 il comune lacustre incassa le sanzioni dal codice della strada attraverso un impianto di rilevazione fisso, noleggiato e posizionato sulla strada provinciale che collega Desenzano a Salò. Il limite di velocità consentito è di 70 km/h ma la sanzione scatta  dal 76 km/h, con una tolleranza di cinque chilometri. Sulla strada transitano molti veicoli, pochi appartenenti ai cittadini residenti e molti di passaggio. In estate il numero aumenta ulteriormente, per effetto dei flussi turistici in visita al bacino gardesano. “Non c’è alcun dubbio – dice il sindaco – che le entrate da questa fonte abbiano aiutato negli anni a chiudere i bilanci, ma gli investimenti in sicurezza hanno superato di gran lunga le entrate. L’ammontare delle sanzioni ha subito anche una forte contrazione, si è passati da oltre un milione di euro del 2005 ai 2/300 mila del 2012/2013. Nel 2014 gli automobilisti sono stati più scorretti e le multe verbalizzate hanno superato i 500 mila euro. Tuttavia a fronte dei valori delle multe non corrisponde un’uguale entrata: nel 2014 degli oltre 500 mila euro teorici ne sono stati incassati 240 mila, il resto seguirà il percorso di anni, dal sollecito al ruolo, che spesso non si traduce in un incasso.” A ridurre gli incassi ha contribuito anche la normativa che permette di avere lo sconto del 30% se la multa viene pagata entro 5 giorni. Bisogna precisare che i numeri citati si riferiscono alle entrate lorde, in realtà si devono togliere tutti i costi imputati al sistema: noleggio apparecchiature, personale dedicato, spese postali, che vanno a incidere per oltre 100/150 mila euro annui. “La riscossione coattiva, affidata i primi anni a Equitalia e dal 2011 a Poste Italiane – termina Patrizia Avanzini – ha avuto riscontri non sempre lusinghieri e si attesta mediamente al trenta per cento dell’importo messo a ruolo, costituito dalla somma delle multe più gli interessi e le sanzioni.”

 

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Redazione BsNews.it

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