Era pienamente in grado di intendere e di volere: i periti del Tribunale di Brescia hanno stabilito che Pasquale Iacovone era nel possesso delle sue facoltà mentali quando ha ucciso i suoi due figli di 7 e 11, che sono morti carbonizzati. Per questo è stato chiesto l’ergastolo dall’accusa.
«La richiesta di ergastolo è il minimo. Solo perché in Italia non c’è la pena di morte», ha dichiarato al Giornale di Brescia, all’uscita dal Tribunale, lo zio dei due bambini, Omar Patti. Il legale di Iacovone, Gerardo Milani, ha chiesto invece l’assoluzione, contestando la perizia psichiatrica.
La tragedia di Ono San Pietro, che risale a luglio 2013, si è ricostruita in queste ore in un’aula giudiziaria dove era in corso il processo con rito abbreviato di Iacovone. L’uomo, che era rimasto gravemente ustionato nell’incendio, non era presente in aula. Presente invece l’ex moglie e madre dei due bambini, Erika Patti.
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