Arrivano i kit anti-ebola per i medici, chiamati a ritirarli in gran fretta. A Piacenza l’Ausl, in una lettera firmata da tre dirigenti, ha chiesto ai medici di ritirare i dispositivi nelle farmacie comunali e ospedaliere “entro dieci giorni”. Si tratta di “Dpi” (dispositivi di protezione individuale) “da utilizzare – è scritto nella missiva rivolta ai camici bianchi – nel caso vi troviate di fronte, in ambulatorio o a domicilio, a un paziente identificabile come caso sospetto di Ebola”. Sul caso il deputato leghista Davide Caparini ha predisposto un’interrogazione: “Se non c’è ‘nessun rischio’ di arrivo della patologia in Italia perché questa fretta e perché spendere soldi pubblici per questo genere di dotazioni? Se il rischio, al contrario, c’è, perché la Lorenzin da mesi smentisce?”,chiede il parlamentare del Carroccio, che sollecita il dicastero a fornire i dettagli sui "costi dei kit”, le "procedure di aggiudicazione" e a “chiarire, una volta per tutte, quali siano le reali prospettive di diffusione del virus”. Nell’interrogazione Caparini torna a invocare lo “stop a Mare Nostrum”: “Solo un governo di incoscienti può lasciare che decine di migliaia di persone provenienti da zone colpite dall’emergenza Ebola entrino nel paese, spesso senza identificazione e in assenza di adeguati controlli sanitari. I casi registrati in Usa e Spagna dimostrano che nessun territorio è inviolabile. Le frontiere vanno bloccate da subito".
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