33 organismi composti da un numero variabile tra i cinque e gli undici consiglieri, con compiti consultivi e propositivi in merito a questioni territoriali, scelti tramite lista unica da tutti i bresciani con almeno 16 anni d’età e dagli extracomunitari con almeno cinque anni consecutivi di residenza. Nella prima mattina, dopo una vera e propria maratona notturna, condita da commenti e messaggi postati sui social network da parte di molti membri, il Consiglio Comunale ha licenziato l’istituzione e il regolamento di funzionamento dei nuovi Consigli di Quartiere.
Dopo la discussione di 117 emendamenti, di cui 87 provenienti da Lega e Forza Italia, 11 dal Movimento Cinque Stelle, 10 da Piattaforma Civica, 7 dalla maggioranza, uno dalla Civica X Brescia e uno dalla Civica Del Bono dunque è passato il piano di coinvolgimento della cittadinanza proposto a fortemente sostenuto da Marco Fenaroli. Dopo 34 assemblee organizzate in città, alle quali hanno partecipato oltre 1.300 cittadini, con 243 proposte verbalizzate, l’ultimo ostacolo è stato il fuoco di fila delle opposizioni che non deporranno le armi nemmeno ad approvazione avvenuta. La Lega infatti ha annnciato che andrà fino in fondo nella raccolta delle 10mila firme necessarie a indire un referendum per togliere il voto agli extracomunitari, e in contempporanea minaccia il ricorso al Tar per la questione del voto ai sedicenni. Sarcastico il commento in aula del capogruppo Nicola Gallizioli, riportato da Bresciaoggi: «Avete perso tempo a pensare a come coinvolgere il signor Fenarolich, russo di mamma araba che vive in città, dedicando solo due articoli alle competenze che avranno i nuovi organismi, ai tanti signor Rossi che chiedevano di partecipare. Il meccanismo che avete messo in piedi è molto complicato e noi staremo attenti a che tutto venga fatto secondo le regole».
Nel voto finale la maggioranza ha votato compatta, contrari Lega, Forza Italia, astenuti Movimento Cinque Stelle,Francesco Onofri di Piattaforma Civica («un’opportunità costruita con il metodo sbagliato: andavano consultati esperti, valutata l’esperienza di altre città ed effettuate simulazioni sul funzionamento») e Nini Ferrari di X Brescia Civica («ci piace l’idea di coinvolgere la città, ma critichiamo il metodo dirigistico di un organismo senza reciprocità, e l’assenza del quorum nelle votazioni»).
(a.c.)
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