Opere apparentemente urgenti per le quali concedere appalti alle ditte degli “amici”, anche senza che ce ne fosse un reale bisogno. Ma nache appalti gonfiati con progetti creati ad hoc. Sono queste le accuse delle quali dovranno rispondere un imprenditore e un funzionario della Provincia di Brescia, oltre ad alcuni fdirigenti dell’assessorato ai Lavori pubblici dell’Ente.
Venerdì è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare, che ha condotto ai domiciliari il funzionario e in carcere l’imprenditore edile. Nell’inchiesta sono coinvolte in tutto 22 persone . Per otto di questi la Procura di Brescia aveva chiesto l’appliucazione della misura cautelare, rigettata però dal gip. Tra questi otto ci sono anche due responsabili degli uffici provinciali di piazza Tebaldo Brusato, uno ancora in sergizio e l’altro in pensione. Ma non solo. Insieme a loro compaiono anche i nomi di alcuni imprenditori “amici”, uin questo caso per turbata libertà degli incanti. Vale a dire che avrebbero realizzato strade all’apparenza in ottime condizioni ma utilizzando materiali pericolosi, in particolare si tratterebbe della “Lenese”, la “Quinzanese”, la ex Ss 345 “Tre valli” e persino la tangenziale sud.
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