Non si sarebbe trattato di un atto terroristico, ma solo di goliardia. E’ quanto ha affermato Giancarlo Orini, 74 anni, uno dei sei bresciani arrestati (ora ai domiciliari per questioni anagrafiche) con l’accusa di terrorismo per aver costruito un “carro che sembra allegorico”. L’ex leghista bresciano, che aveva abbandonato il Carroccio per le critiche di Bossi ai serenissimi del ’97, è stato il primo presidente dell’”Alleanza”, l’associazione nata ad erbusco nel maggio del 2012 e che, secondo la procura di Brescia che ha svolto le indagini, voleva dividere il Veneto dal resto dell’Italia.
Secondo l’accusa l’Alleanza avrebbe voluto arrivare fino in piazza San Marco a Venezia e, a bordo del carroarmato costruito artigianalmente in un capannone del Padovano, mettere in atto l’indipendenza del Veneto.
Come lo stesso Orini ha raccontato al Giornale di Brescia: “ Sì, ci avevamo pensato – rivela – ma doveva essere un episodio che finiva lì. Una goliardata”. Una goliardata che , invece, una volta scoperta ha portato all’arresto di 24 persone tra vento e Brescia. «Quello che mi fa impressione – commenta – è che si è messo in moto tutto questo meccanismo. Lo Stato ha la Polizia, i carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia locale e si preoccupa di quattro pellegrini come noi”. Orini lunedì incontrerà il Gip Enrico Ceravone. “ Ho le mie idee – conclude – ma le accuse mosse nei miei confronti sono allucinanti”.
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