Non è una novità: gli speed check piazzati nelle strade bresciane sono innumerevoli. E non è nemmeno una novità che la maggior parte delle colonnine siano vuote, prive di autovelox. Un tentativo di indurre gli automobilisti a non oltrepassare i limiti di velocità. Ma questa volta – come riporta il Corsera – a farsi sentire e polemizzare contro l’utilizzo dei finti autovelox è addirittura il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi.
“Gli speed check – ha dichiarato – non sono inquadrabili in alcuna delle categorie di dispositivo o di segnaletica previste dal vigente Codice della Strada e pertanto non sono suscettibili né di omologazione né di approvazione o autorizzazione”. Queste le parole del ministro apparse sul suo blog, a cui fanno seguito anche alcune riflessioni sulla sicurezza: “I finti autovelox possono anche costituire un pericolo: la loro eventuale dislocazione a bordo strada dovrebbe considerare la possibilità che tali manufatti possano costituire ostacolo fisso, ancorché posti al di fuori della carreggiata”. E infine Lupi conclude la sua polemica invitando i Comuni a non sottovalutare la questione, anche da un punto di vista economico. I dispositivi, anche se vuoti, possono arrivare anche a costare 3mila euro l’uno.
Il comandante della Polizia Locale di Brescia si dichiara invece favorevole ai dispositivi stradali, a patto che ci sia una regolamentazione precisa: “Anche se non ci sono autovelox fissi, quel punto è comunque interessato dai controlli delle nostre pattuglie tutti gli strumenti che servono a fare controlli sui comportamenti degli automobilisti a patto che però ci sia una regolamentazione precisa”. E aggiunge: “Io stesso da automobilista quando vedo un dissuasore di velocità rallento anche se non so se in quella colonnina ci sia un autovelox o meno”.
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