Se ci fermiamo ad una prima lettura, la notizia pubblicata dalla rivista Chemosphere su alcune famiglie di diossine potrebbe anche essere incoraggiante, visto che a Brescia i valori risultano inferiori rispetto a quelli registrati in altre città del Nord. Ma proseguendo con la lettura, non mancano le brutte sorprese. Sembra infatti che circoscrivere i terreni della Caffaro inquinati da Pcb non sia sufficiente a scongiurare i danni per la salute dei bresciani, in quanto la disperisione aerea del Pcb è in grado di “volare” laddove non si pensava potesse arrivare, vale a dire dove tira l’aria. Questo tipo di diossina, riconosciuto come un cancerogeno di primo livello, è presente nell’aria di Brescia in concentrazione più alta rispetto ad altre aree urbane. La ricerca sottolinea inoltre che la pericolosità del Pcb "volatile" è inferiore rispetto a quellache si infiltra nel terreno e entra nella catena alimentare.
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