Caso discarica ex Rovedil, Bergomi (Pd): “La maggioranza la usa come arma di distrazione di massa”

di Elisabetta Bentivoglio – Dimissioni? “Non ci penso nemmeno, quella di Lega e Forza Italia è solo un’arma di distrazione di massa”. Questa la replica, in sintesi, del consigliere di minoranza del Pd e segretario di Rovato, Angelo Bergomi. Le accuse mosse da Lega Nord e Forza Italia di Rovato non sembrano preoccuparlo minimamente: “quando uno ha la coscienza pulita non ha nulla di cui preoccuparsi”. La maggioranza ha chiesto le sue dimissioni in seguito alla vicenda sulla discarica ex Rovedil, su cui però Bergomi ha una visione decisamente diversa rispetto a quella messa nero su bianco sui volantini e il manifesto distribuiti da Lega e Forza Italia.

Secondo il consigliere democratico infatti la vicenda “ha avuto inizio nel 1996 quando una ex cava è stata trasformata in discarica per decisione dell’allora amministrazione comunale di Rovato governata dalla Lega Nord – racconta Bergomi -.Il conferimento di rifiuti speciali non pericolosi è andato avanti per 6 anni, fino al 2002, quando poi la discarica è stata chiusa. Poco dopo l’amministrazione di Rovato è cambiata e al governo della città è salito il centro sinistra”. E qui inizia il bello, o il brutto.

“Correva l’anno 2005 quando ci siamo accorti che la calotta di rifiuti che si era formata in seguito ai sei anni di conferimento aveva subito una caduta repentina che consentiva all’acqua piovana di stazionare sulla massa di rifiuti creando percolato che, con il passare del tempo, avrebbe potuto rompere i teli di protezione messi per dividere i rifiuti dalla falda sottostante – continua -. A quel punto Provincia, Arpa e Asl obbligano a mettere in sicurezza la discarica. Per farlo è stato scelto di riaprire la discarica (sempre di rifiuti speciali non pericolosi, ndr) per riempire la ‘buca’ che si era formata e ripristinare le pendici della discarica”. Nel 2006 però l’amministrazione di centro sinistra decide di istituire una commissione di controllo sui rifiuti da conferire formata da consiglieri di maggioranza, minoranza, cittadini residenti della zona, rappresentati delle associazioni ambientaliste della zona e presieduta dal sindaco o dall’assessore all’ambiente del Comune.

Ed è a quel punto che Bergomi entra in gioco. Nel 2007 il segretario del Pd di Rovato viene eletto consigliere di maggioranza ed entra a far parte della commissione di controllo sulla discarica ex Rovedil. Intanto, “la commissione si riunisce e affida ad uno studio di consulenza esterno a Cogeme (società che aveva in gestione la discarica stessa) sopralluoghi e controlli a sorpresa su carichi e scarichi conferiti in discarica, oltre ad effettuare analisi indipendenti per confrontarle con quelle ufficiali di Cogeme”. E fino a qui nulla di strano.

Nel 2010 Bergomi entra in giunta con la nomina di assessore all’Ambiente, e contemporaneamente entra anche, in qualità di delegato del sindaco, nella commissione di controllo sulla discarica ex Rovedil. E’ nel novembre dello stesso anno, a pochi mesi dall’insediamento, che Bergomi si trova a fare i conti con una vicenda piuttosto delicata. “La discarica avrebbe potuto ricevere tipologie di rifiuti speciali non pericolosi di diverso genere, molte delle quali sono state bloccate perchè ritenute troppo problematiche", spiega il consigliere del Pd. Nei primi giorni di novembre però in discarica entrano rifiuti ex Sisas (del tipo fuliggini di caduta dai camini industriali). Da parte sua Linea Ambiente (società del gruppo Cogeme che aveva preso in gestione la discarica, ndr), che aveva stipulato un contratto per il conferimento di 15 mila tonnellate di rifiuti-fuliggine, dopo due giorni di conferimento decide di fermare gli scarichi perchè, come affermerà lo stesso presidente in un’audizione in commissione di controllo il 30 gennaio 2014, 2già dalla prima mattinata di conferimenti ci siamo resi conto che la terra non era palabile”, vale a dire troppo inzuppata d’acqua per soddisfare le finalità di ripristino della calotta della discarica. Nel giugno del 2011 la calotta è ripristinata e la discarica chiude i battenti.

“Le accuse mosse da Lega e Forza Italia sono assurde e vigliacche, basti pensare che nel volantino scrivono che la commissione di controllo non si è mai riunita quando esistono invece fior fior di verbali che dimostrano il contrario – si difende -. Purtroppo si tratta di un’amministrazione inaffidabile, specie sui temi ambientali. Scelgono di colpire il consigliere più scomodo perchè vogliono distrarre i cittadini da ciò che hanno fatto nella vicenda della discarica Macogna, vale a dire dare parere positivo alla sua realizzazione prima, per poi ricorrere al Tar insieme al comune di Cazzago per impedirne l’autorizzazione”. In realtà la prima autorizzazione a procedere è frutto della decisione della Provincia, “che però si è affidata al parere del comune per prendere una decisione”, tuona Bergomi.

“La cosa davvero singolare è che l’affissione dei volantini dove chiedono le mie dimissioni da consigliere di minoranza coincide con il giorno di pronunciamento del Tar che ha annullato il ricorso dei comuni di Rovato e Cazzago sull’autorizzazione alla discarica di Macogna – e conclude -. Sarà un caso, ma questa mi sembra una ben architettata arma di distrazione di massa”. E sulla richiesta di dimissioni, cosa risponde? “Le rimando al mittente”. La mozione sulle dimissione verrà discussa durante la seduta in consiglio comunale del 5 marzo prossimo.

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Redazione BsNews.it

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