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Crescono gli immigrati disoccupati (+25%), Bordonali: stop ad altri arrivi

"I dati relativi al fenomeno dell’immigrazione, diffusi ieri da Ismu, certificano la necessità di evitare altri arrivi di stranieri". L’assessore con delega all’Immigrazione della Regione Lombardia Simona Bordonali è intervenuta per commentare i numeri contenuti nel XIX Rapporto sulle Migrazioni 2013 della Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità), in cui viene evidenziato come, rispetto al 2011, si sia registrato, nel 2012, a livello nazionale, un aumento del 25 per cento del numero di immigrati che risultano disoccupati.

RISCHIO TENSIONI SOCIALI – "I numeri coincidono con i dati elaborati recentemente dall’Osservatorio regionale sull’immigrazione e multietnicità – ha proseguito -: nella nostra regione, modello nazionale di accoglienza, il tasso di disoccupazione tra gli stranieri è infatti altissimo, pari al 14,4 per cento". "Risulta dunque evidente – ha commentato l’assessore – come ulteriori ondate migratorie rischierebbero di creare tensioni sociali legate a una mancanza occupazionale, che, al momento, risulta essere il problema principale nella nostra società".

PRIMA I DISOCCUPATI LOMBARDI – "Intendiamo dare priorità alle centinaia di migliaia di disoccupati lombardi e agli stranieri integrati rimasti senza lavoro, prima di accogliere altre persone" ha proseguito l’assessore Bordonali. "Dobbiamo inoltre tenere in considerazione il dato relativo agli immigrati clandestini presenti sul territorio nazionale, stimati in circa 294.000 unità, di cui ben 90.000 in Lombardia. La clandestinità è un reato e mi auguro che la legge venga fatta rispettare velocemente e in maniera netta".

BOCCIATA IPOTESI IUS SOLI – "Durante la presentazione del rapporto è stata inoltre bocciata l’ipotesi di adottare lo Ius soli come principio per l’assegnazione della cittadinanza italiana: una posizione che condivido pienamente – ha concluso l’assessore -. In questo Paese tutti i minori vengono tutelati allo stesso modo. La cittadinanza è il risultato di un percorso di integrazione che passa dalla frequenza scolastica e dalla conoscenza e il rispetto delle nostre regole. Non è un diritto che può essere riconosciuto a tutti a priori".

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Redazione BsNews.it

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