Sono da ieri ai domiciliari i 5 carabinieri indagati a Capriolo per i reati i « d’istigazione allo spaccio di sostanze stupefacenti, falso ideologico, calunnia, concussione». Sotto la lente degli inquirenti alcuni episodi dal 2009 al 2013 che li vedono coinvolti in pratiche non legali nelle operazioni anti-droga: secondo la Procura gli agenti infiltravano irregolarmente un "agente provocatore" nel mondo dello spaccio per poi sorprendere i trafficanti. E sempre in base alle indagini sembra che scegliessero un civile, una persona facilmente ricattabile: un immigrato con la promessa di un lavoro o di un permesso di soggiorno. Come scrive il Bresciaoggi si tratterebbe di un marocchino nei cui confronti si procedeva volta per volta anche con minacce e percosse.
L’inchiesta, che vede l’iscrizione nel registro degli indagati di almeno una ventina di persone, ha preso il via a inizio 2013 e tramite intercettazioni telefoniche e ambientali è stato possibile ricostruire numerose operazioni di polizia giudiziaria effettuate in violazioni della legge. Oggi gli arrestati potranno fornire la loro versione davanti al giudice per le indagini preliminari.
Tra gli altri indagati figurano invece imprenditori, amministratori e uffici del Comune: gli inquirenti hanno verificato, infatti, che in tali operazioni venivano utilizzati veicoli di proprietà del Comune di Capriolo e di privati cittadini.
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